Il 14 maggio José Marileo Saravia (32 anni), Juan Carlos Huenulao (39), Jaime Marileo Saravia (27) e Patricia Troncoso Robles (36) hanno posto fine allo sciopero della fame iniziato il 13 marzo e sono stati ricoverati all'ospedale di Temuco.
Cristina Painamal, portavoce dell'"Associazione familiari e amici dei prigionieri politici Mapuches", ha dichiarato che si tratta di una sospensione momentanea dello sciopero come segno di riconoscimento della "timida volontà" del governo di risolvere il problema, ma ha aggiunto che le mobilitazioni continueranno fino ad ottenere la liberazione di tutti i Mapuches condannati in base alla legge anti-terrorismo ereditata dalla dittatura di Pinochet, che permette l'uso di testimoni incappucciati e altre irregolarità processuali. Sono stati citati anche i casi di Víctor Ancalaf Llaupe, Aniceto Norin Catriman e Pascual Pichun Paillalao, tutti condannati a 5 anni e un giorno di prigione, il primo per "comportamento terrorista" e gli altri due per "minacce terroriste".
Il governo cileno si è impegnato a discutere con la massima urgenza il progetto di legge presentato dal senatore Navarro, che dovrebbe concedere agli attivisti la libertà condizionata. Perché i condannati in base alla legge anti-terrorismo possano beneficiarne immediatamente, sono necessarie tuttavia delle modificazioni. Se queste non verranno introdotte, i prigionieri dovranno aspettare fino ad ottobre e in questo caso riprenderanno lo sciopero.
Fuori dal carcere continuano comunque le manifestazioni di solidarietà: altre cinque persone si sono aggiunte alle due che lo scorso 10 maggio hanno cominciato uno sciopero della fame di protesta.