Quasi quarant'anni fa il mondo interno si commosse per il grido di pace che risuonò in tutti gli angoli del pianeta. Oggi riprendiamo questo simbolo, che tradusse una grande speranza e un sogno condiviso dai giovani di tutto il mondo. In quegli anni per noi la violenza era lontana. Stava in Vietnam, veniva dalla Corea e divideva il mondo in due. Ora è molto vicina, in ogni angolo, in ogni casa, perfino all'interno di noi stessi. Oggi è una guerra per la sopravvivenza, in un sistema inumano e crudele. |
"Abbiamo creato il mondo perfetto!" ci ripetono cinicamente, diffondendo le loro menzogne attraverso i mezzi di comunicazione. In realtà non è cambiato niente. Viviamo in un mondo in cui pochi hanno tutti i diritti e tutte le opportunità, mentre i grandi insiemi umani sono ridotti in schiavitù dai debiti e dalla disperazione.
È la stessa mentalità violenta, che concentra il potere politico o economico per controllare e sfruttare gli esseri umani. Il vero cambiamento non consiste nella sostituzione di un potente con un altro potente, di un padrone con un altro padrone. Il vero cambiamento è il superamento definitivo di qualsiasi struttura sociale che implichi dominatori e dominati.
Diceva Mahatma Gandhi, uno dei padri della lotta nonviolenta: "La violenza è la paura degli ideali degli altri", e aggiungeva: "La forza non viene dalla capacità fisica, ma dalla volontà indomabile". È questa volontà che ci porta a raffigurare di nuovo questo simbolo. Non vogliamo nuove guerre. L'unica strada è conquistare la giustizia, la fraternità, la dignità e la gioia di vivere. Da queste nascerà la pace! La nostra forma di lotta sarà la Nonviolenza Attiva.
La storia si è messa di nuovo in modo e qui in Cile ha cominciato a camminare attraverso la recente mobilitazione giovanile, vestita da pinguino. (NdT: i pinguini sono gli studenti medi che hanno occupato le scuole, detti così per via delle divise). Questo atto è anche un omaggio a loro e un pubblico riconoscimento del coraggio e della determinazione che hanno mostrato durante tre gloriose settimane di lotta. I giovani ricominciano a sognare e lo fanno con l'intelligenza di chi riflette insieme e in modo organizzato. Le loro azioni di denuncia e di non collaborazione con la giustizia sono servite per mettere in ridicolo la violenza dei potenti.
Di fronte a questo simbolo che divamperà con la fiamma inestinguibile della nostra ribellione, diciamo con chiarezza quello che bisogna fare per spezzare i vecchi vincoli che ci mantengono ancora nella preistoria e proiettarci verso una società veramente umana. Dobbiamo dare priorità alla sanità e all'educazione, proclamandole diritti umani inviolabili. Lungi dall'essere utopistico, questo è urgente.
Abbiamo bisogno di un nuovo sistema economico, che valorizzi il lavoro umano. Non accettiamo il ricatto nei confronti di quelli che vivono del loro stipendio, quando li si minaccia di restare disoccupati se reclamano salari giusti e condizioni di vita degne. Bisogna aprire i mezzi di comunicazione all'espressione della diversità, perché le nostre menti si aprano al dialogo e alle diverse visioni della realtà, e non solo alle credenze imposte dal potere economico.
Bisogna restituire ai popoli indigeni le loro terre e la loro dignità. È urgente ridurre drasticamente le spese militari e risolvere i conflitti di confine, avanzando verso l'integrazione latinoamericana. A livello internazionale, bisogna fare decisi progressi verso un disarmo nucleare totale e questo deve partire dagli Stati Uniti, dalla Russia e dalla Cina. Altrimenti non si potrà evitare che anche altri paesi si dotino di armi nucleari.
Questo è ciò che bisogna fare, ma i potenti non lo faranno. Solo il clamore dei popoli che recuperano la fede in se stessi potrà fermare questa violenza dilagante. Queste torce sono il nostro fuoco interno, che divamperà per sciogliere il gelo dei nostri cuori e costruire insieme ai nostri fratelli il mondo che vogliamo.
Silo, che ci chiama a umanizzare la terra, ha detto dei tempi che vengono: "Siamo alla fine di un periodo storico oscuro e ormai nulla sarà come prima. A poco a poco comincerà a scorgersi il chiarore dell'alba di un nuovo giorno. Le culture cominceranno a capirsi, i popoli sperimenteranno un'ansia crescente di progresso per tutti, comprendendo che il progresso di pochi finisce per essere il progresso di nessuno. Sì, ci sarà pace e per necessità si comprenderà che comincia a profilarsi una nazione umana universale."
Amici, la lotta è tra Umanizzazione e Disumanizzazione, tra Violenza e Nonviolenza. A partire da ora, noi che siamo qui riuniti a migliaia ci moltiplicheremo e convocheremo le persone vicine per dire loro che la lotta è cominciata e che le nostre armi saranno il dialogo, l'organizzazione, la denuncia, la mobilitazione pacifica e ostinata, la mano nella mano e lo sguardo aperto al futuro. Amici miei, pace è forza.
Per tutti Pace, Forza e Allegria