Il Partito Umanista adersice alla manifestazione, con corteo, in difesa della legge 194 e dei consultori familiari che si terrà a Venezia il 7 ottobre 2006, a partire dalle h. 14 dalla stazione S. Lucia a campo S. Margherita.
Da più di un anno è evidente un insidioso attacco alla legge 194, una legge che funziona -consentendo l'interruzione di gravidanza pur senza incoraggiarla- una norma a tutela della salute delle donne. La proposta di legge n.3 in discussione nella Regione Veneto, presentata dall'organizzazione antiabortista "Movimento per la vita", che prevede la presenza di volontari antiabortisti nei consultori e persino nelle corsie degli ospedali, oltre a penalizzare la professionalità degli operatori, rappresenta un violento attacco all'autodeterminazione ed una pesante forma di intimidazione soprattutto delle giovanissime e delle migranti. Non accetteremo mai questa irruzione nella riservatezza delle pazienti.
Chiunque si arroghi il diritto di imporre una gravidanza non desiderata in termini di divieti, finti aiuti e controlli confessionali, considera le donne una categoria sociale a potestà limitata. Consentire ad un movimento ideologicamente nemico della legge 194 di intercettare le pazienti anteponendosi agli operatori sanitari, è uno schiaffo non solo all'applicabilità di una legge voluta dal 70% degli italiani, ma anche alla stessa laicità delle strutture sanitarie.
Difendere la 194 significa guardare più lontano, alla libertà di donne e uomini di decidere di sé, delle proprie vite e di quelle a venire. E non possiamo dimenticare che se l'aborto resta una scelta mai desiderata, ma talvolta necessaria, la libertà di progettare la propria vita e -se lo si desidera- di diventare madri e padri, è oggi messa seriamente a rischio dall'incertezza e dalla precarizzazione del lavoro. La precarietà della vita e del lavoro è già oggi il vero nemico della fertilità.
Difendere perciò i consultori familiari significa difendere le strutture che, con la diffusione della prevenzione contraccettiva, hanno consentito una drastica riduzione del numero di interruzioni di gravidanza, che oggi in Veneto è tra i più bassi in Italia- e la scomparsa della piaga dei costosi e pericolosissimi aborti clandestini. La Regione del Veneto ci spieghi perché gli attuali colpevoli ritardi e carenze di finanziamento dei consultori abbiano portato al triste primato delle interruzioni di gravidanza effettuate dopo la dodicesima settimana. Noi pensiamo che ai consultori vadano restituite le condizioni materiali, di lavoro, organizzative, perché donne e uomini, italiane/i e immigrate/i, di ogni orientamento sessuale e identità di genere, abbiano un luogo di informazione, aiuto, confronto sui temi della sessualità e della riproduzione.
Nell'ultimo anno le donne sono uscite dal silenzio, la società civile ha chiesto a gran forza una legge sulle unioni civili, contro tutte le discriminazioni sessuali e la violenza che ne è il frutto. Difendiamo a partire dal Veneto la nostra dignità, mobilitiamoci affinchè il progetto di legge regionale n.3 rimanga un sogno medievale di pochi e non diventi un incubo per tutti.
La libertà di disporre del nostro corpo è alla base di tutte le libertà