Gli Stati Uniti sono il primo paese a sviluppare un programma nucleare militare, nel 1942, proibendo la divulgazione di qualsiasi informazione relativa all'energia atomica, per evitare che la Germania nazista arrivasse per prima a costruire la bomba atomica.
L'URSS, nonostante tutti gli sforzi degli USA per ritardare i lavori sovietici al riguardo, sperimenta la sua prima bomba A nel 1949 e la prima bomba H nel 1953, per cui nel 1954 l'intento di mantenere il segreto viene necessariamente sostituito da una politica denominata "Atomi per la pace". In altre parole i paesi che desideravano sviluppare il proprio settore nucleare potevano ottenere l'aiuto degli Stati Uniti, a condizione di impegnarsi a utilizzarlo esclusivamente a fini pacifici, ma rimanendo liberi, in sostanza, di avviare un programma militare se in grado di realizzarlo da soli.
L'assenza di una regolamentazione internazionale complessiva permette ad altri paesi di soddisfare le proprie ambizioni militari: la Gran Bretagna ha fatto esplodere il suo primo ordigno a fissione nel 1952 e la prima bomba a fusione nel 1957; per la Francia, le date sono 1960 e 1968; per la Cina, 1964 e 1967. Inoltre, la Francia ha fornito ad Israele, nel 1956, il reattore e l'impianto di ritrattamento di Dimona, da dove è uscito il plutonio delle sue prime armi, e il Canada ha consegnato all'India, nel 1955, il reattore ad acqua pesante che ha prodotto il plutonio delle prime bombe indiane.
Già nel 1962 però - anno in cui precipita la crisi dei missili a Cuba - gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si rendono conto che non sono più in grado di controllare la situazione. La loro preoccupazione non è quella che la proliferazione nucleare rappresenta uno dei pericoli più seri per il futuro dell'umanità. Non è questa preoccupazione a sollecitare le prime misure di prevenzione.