Ieri in Senato Prodi ha pagato l'arroganza con la quale ha governato per nove mesi. Le profonde contraddizioni di questa maggioranza, in particolare in politica estera, si sono manifestate con evidenza.

Cosa succederà adesso? Se, come sembra probabile, non cadrà, il governo potrebbe imparare qualcosa da questa sconfitta, potrebbe capire che non può continuare a tradire le aspirazioni dei suoi elettori, che reclamano una politica di pace, di disarmo, di rispetto delle minoranze, di giustizia sociale e potrebbe cambiare rotta: dare ascolto alla protesta della propria base, dare voce alle istanze di chi lo ha eletto.

Potrebbe, ma non lo farà. La maggioranza tenterà di serrare i ranghi per superare lo scoglio della missione in Afghanistan e tutti i prossimi appuntamenti in cui le sue due anime verranno a confronto. I parlamentari della cosiddetta "sinistra radicale" saranno ricondotti, dai vertici dei loro stessi partiti, al senso di responsabilità verso il Paese e saranno costretti a tacitare la propria coscienza col ricatto di non riconsegnare l'Italia alla destra. In questo modo, forzando, ricattando e spostandosi sempre piu verso il centro, il governo potrebbe anche reggere fino alla fine della legislatura. Ma in materia di economia, di ambiente, di politica estera, di immigrazione, di diritti sociali e civili, non vi sarà, nella sostanza, alcuna soluzione di continuità con la politica del famigerato governo Berlusconi.

Questo è chiaro a tutti e gli elettori di sinistra hanno ormai capito di non avere più un referente politico in Parlamento. Cadute le ultime illusioni, nel panorama politico italiano si fa evidente un vuoto che, finora, il progetto dell'Unione aveva in parte occultato. Oggi è evidente la necessità che nasca un nuovo soggetto sociale e politico, capace di raccogliere e rappresentare le istanze di tante persone e organizzazioni che aspirano a un cambiamento profondo della società. Occorre dare vita a un nuovo referente, slegato dalle logiche di potere; interlocutori politici che siano veramente di sinistra, all'interno di una nuova forza alternativa ai due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, ugualmente neoliberisti e violenti. Serve una grande alleanza del variegato universo di persone e organizzazioni di base, sociali, politiche e culturali che ancora si propongono una trasformazione radicale della società. Un progetto sociale e politico nel quale questo universo di diversità possa convivere, convergere e rafforzarsi fino ad arrivare a governare il paese.

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