Jan Tamas è il portavoce del coordinamento Ne zakladnam contro le basi militari USA in Repubblica Ceca e Presidente del Partito Umanista ceco. D. Com'è nato questo coordinamento? R. Nell'agosto 2006 ha cominciato ad emergere un po' di informazione sul piano degli Stati Uniti di installare due nuove basi militari in Europa, una in Polonia e una nella Repubblica Ceca. Queste basi dovrebbero far parte del cosiddetto National Missile Defense System, successore del progetto iniziato negli anni Ottanta da Reagan e conosciuto come "Star wars". |
Cos'è successo poi?
Nei mesi seguenti gli Stati uniti hanno cambiato strategia: all'inizio parlavano di scegliere un solo luogo per costruire la base (Ungheria, Polonia o Repubblica Ceca). Poco dopo gli ungheresi gli hanno detto che non volevano la base, così le uniche possibilità sono rimaste la Polonia e la Repubblica Ceca. Quando si sono resi conto della nostra forte opposizione hanno cominciato a parlare di dividere la base in due parti: la base radar sarebbe stata in Repubblica Ceca e quella degli intercettori per distruggere i razzi in arrivo in Polonia. Adesso cercano di convincere la gente che i radar non sono pericolosi. Pochi giorni fa l'ambasciatore americano ha incontrato i sindaci delle cittadine presso le quali dovrebbe sorgere la base radar e loro hanno commentato che le sue rassicurazioni sul fatto che la base farà bene alla gente non li hanno convinti.
Qual è l'atteggiamento del governo ceco e dei vari partiti?
Il nuovo governo, di destra, si è insediato pochi giorni fa, dopo che siamo rimasti 7 mesi senza. C'è stato un "approccio ufficiale" da parte degli USA e sono cominciate le discussioni "ufficiali" sulla base. Sembra che il nuovo governo intenda permettere l'installazione della nuova base, ma prima di dire di sì deve lanciare una "campagna informativa" per spiegarne i benefici ai cittadini cechi. Allo stesso tempo non ha fornito una sola ragione per cui la base debba sorgere proprio qui. Governo e Stati Uniti continuano a ripetere le stesse assurdità: ci sono minacce da parte dell'Iran e della Corea del nord e la base può proteggere anche l'Europa.
I Verdi, che qui sono di destra, appoggiano il governo e i socialisti continuano a cambiare posizione e non si esprimono con chiarezza. Gli unici a opporsi sono i comunisti e noi del coordinamento contro le basi e ogni volta che appaio in TV, c'è più gente che ci appoggia.
Che prospettive vedi per la vostra lotta?
È una questione molto grave, che non tocca solo i cechi, ma tutti noi europei. Sabato 17 febbraio ho partecipato alla bellissima manifestazione a Vicenza e mentre raccontavo dal palco cosa stava accadendo da noi, vedevo anche le impressionanti somiglianze con la situazione italiana: lo stesso servilismo dei governi, non importa se di destra o di sinistra, la stessa arroganza degli Stati uniti e la stessa ribellione pacifica ma forte della gente.
Noi continueremo con la nostra protesta per arrivare a un referendum (che siamo sicuri di vincere, visto che secondo i sondaggi la stragrande maggioranza dei cechi è contraria alle basi), ma è necessaria anche una visione ampia, a livello europeo, che inquadri la nostra azione e che ci faccia sentire untiti e solidali con altri.
Io credo che dovremo cominciare un'attività comune in tutta Europa, con delle richieste molto chiare:
- Ritiro da parte degli Stati Uniti delle 500 bombe nucleari custodite nelle basi Nato in Europa.
- Nessuna nuova base militare USA in Europa.
- Disarmo nucleare globale con la supervisione dell'ONU.
Nel sito www.nezakladnam.cz si possono vedere molti video di manifestazioni e interviste televisive.