Il Congresso del Stati Uniti ha stanziato 100 miliardi di dollari per continuare a finanziare le operazioni militari in Iraq e Afghanistan. La legge approvata non obbliga neanche il Pentagono a programmare il ritiro delle truppe. Ovviamente questo è il risultato di pressioni inimmaginabili esercitate, per voce del presidente Bush, da interessi economici e militari. A questo si aggiunge la prevista installazione di un sistema missilistico in Europa orientale che avrebbe, sempre secondo ciò che dichiara l'amministrazione americana, lo scopo di proteggere la stessa Europa e gli Stati Uniti da un molto improbabile attacco che verrebbe dall'Asia.

A questo clima di terrore concorre poi la notizia, proveniente da non meglio precisate fonti americane e giapponesi, che la Corea del Nord, proprio stamattina, ha compiuto una serie di esperimenti lanciando diversi missili a corto raggio nel Mar del Giappone. Anche qui, però, ci sarebbe lo zampino degli USA, in quanto l'intesa firmata a Pechino a febbraio, che prevede la chiusura del reattore nucleare di Yongbyon, avrebbe subìto un rallentamento nella sua attuazione per una questione di fondi congelati dagli Stati Uniti presso una banca di Macao.

Tutto ciò non rappresenta certo un bel biglietto da visita per Bush, alla vigilia della sua visita in Italia prevista per il 9 giugno. Non c'è dubbio che la voglia di dissenso nei suoi confronti sarà ulteriormente alimentata. Ad oggi i soldati americani morti dall'inizio della campagna in Iraq, a marzo del 2003, sono ufficialmente 3.442. Numero sicuramente inferiore a quello reale, come sicuramente è inferiore a quello degli irakeni uccisi. In totale decine di migliaia di morti. Perché? Perché "I vostri figli sono in pericolo", ha detto Bush ad un paio di giornalisti che si sono permessi di sollevare qualche dubbio sul legame tra Osama Bin Laden – ancora inspiegabilmente libero di circolare - e l'Iraq.

Non sappiamo cosa abbiano pensato quei due giornalisti, ma sappiamo bene cosa pensiamo noi.

I nostri figli, i nostri fratelli, i nostri padri e le nostre madri sono in pericolo perché sulla faccia della Terra sono liberi di circolare e di governare personaggi come George W. Bush e come tutti i governanti di quei paesi che, tacitamente o esplicitamente, continuano ad appoggiare questa politica basata sul terrore e sulla paura. Gli umanisti di tutto il mondo esprimono il loro più totale dissenso nei confronti di questi criminali travestiti da presidenti, che ci raccontano bugie ogni giorno, che ci rapinano ogni mese per finanziare i loro wargames, che ci strappano i nostri figli per non farli più tornare, che ci distruggono la nostra casa Terra per riempire i propri portafogli.

Dissenso. Dissenso totale. Affinché si alzi forte la voce del futuro che vogliamo. Un futuro costruito sulla base della non-violenza e del rispetto reciproco. Un futuro in cui non avremo più bisogno di manifestare contro la guerra, ma solo la nostra gioia di vivere in un mondo finalmente riconciliato.

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