In uno scontro tra un treno passeggeri e un treno merci sulla linea tra Nuoro e Macomer, in Sardegna, sono morte tre persone. Tragica fatalità? Assolutamente no. L'incidente è avvenuto su una linea realizzata nel lontano 1888 e che ancora funziona con scambi manuali. In 120 anni le operazioni di manutenzione sono state scarse e ridicole, mentre assolutamente inesistenti sono stati gli investimenti in tecnologia e sicurezza. Le comunicazioni durante il tragitto sono praticamente nulle: non c'è alcun casellante e tanto meno una qualche forma di automazione. In molte stazioni non ci sono i capi-stazione e i semafori, se pure ci sono, non servono ad impedire gli incidenti.

Solo dopo 120 anni, alla fine dello scorso gennaio, il ministero delle infrastrutture si era deciso a stanziare 20 milioni di euro per l'ammodernamento di quella tratta. Provvedimento che viene, però, dopo che, con la legge finanziaria, il governo ha pensato bene di tagliare del 30% i fondi per le ferrovie in concessione in Sardegna, riducendoli da 56 a 42 milioni di euro. E meno male che nel suo programma l'attuale maggioranza di governo aveva promesso di incentivare il trasporto su rotaie a discapito di quello su gomma. E così, mentre si spendono enormi cifre per le linee ad Alta Velocità, si costringono ancora i cittadini a rischiare la propria vita su linee ferroviarie, come quelle della Sardegna, totalmente abbandonate, solo perché rappresentano semplicemente un servizio e non anche un affare economico come lo è invece l'Alta Velocità. Come mai tutta questa velocità scompare quando si tratta semplicemente di migliorare la qualità di vita dei cittadini? In questo caso dobbiamo constatare sulla nostra pelle, al contrario, solo "Alta Lentezza".

Alta lentezza quando si tratta di rendere più sicuri e puliti i treni locali su cui viaggiano milioni di persone ogni giorno per andare a lavorare.
Alta lentezza quando dobbiamo aspettare mesi e mesi per fare una visita medica specialistica o un esame diagnostico in un servizio sanitario pubblico, attesa che magicamente diventa al massimo di due giorni quando ci rivolgiamo alla sanità privata.
Alta lentezza quando si tratta di rendere agibili migliaia di edifici scolastici ormai fatiscenti da anni e anni.
Alta lentezza, comunque e dovunque, quando si tratta di rispettare i diritti fondamentali.
Alta velocità, comunque e dovunque, quando si tratta invece di far entrare tanti bei miliardi nelle solite tasche.

Il problema principale di questa profonda disparità sta nel fatto che tutto ciò comporta un enorme costo in vite umane. Come quelle tre vite umane spezzate ieri su una linea ferroviaria vecchia di 120 anni. Chi glielo spiega ora, a quel ragazzo ancora ricoverato in ospedale sotto shock, che la sua fidanzata è morta perché i soldi per rendere più sicura la linea ferroviaria su cui viaggiavano non c'erano perché saranno spesi per far arrivare qualcuno da Torino a Parigi in 3 ore anziché in 5 ore?

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