Chissà se si tratta di una particolare sensibilità alle diverse gradazioni di colore della pelle o se è il frutto di un corso specifico? Sta di fatto che è bastato che 38 bambini con la pelle un po' troppo scura si avvicinassero alla Valle dei Templi per far scattare l'allarme. Questi bambini, il 5 luglio scorso, non hanno potuto usufruire del ticket per l'accesso gratuito al sito archeologico, riservato ai minori di 18 anni, accesso gratuito che, per qualche ragione che sinceramente ci sfugge, è riservato solo ai minori della comunità europea.

I minorenni che non fanno parte della comunità europea non possono entrare nel parco, non per responsabilità di una "burocrazia poco elastica" – come ipocritamente ha dichiarato l'assessore ai beni culturali della Regione siciliana – ma perché è scritto molto chiaramente nella circolare dello stesso assessorato, che prevede addirittura l'attestazione della nazionalità vidimata dalla Regione per poter entrare nella Valle. Alle responsabilità istituzionali si aggiunge la malafede dell'Ente che gestisce il parco, il cui direttore ha cercato di scaricare le responsabilità dell'accaduto sugli organizzatori della gita dei bambini, che non hanno presentato la documentazione necessaria.

Lo stesso direttore dell'Ente, nel tentativo poco felice di scaricarsi dalle responsabilità, accusa gli stessi organizzatori della gita di una negligenza che farebbe correre ad Agrigento il rischio di "essere accusata di discriminazione". Agrigento? E che c'entrano i cittadini di Agrigento? Vista la natura infantile di questo tentativo di autodifesa, è probabile che l'età mentale di questi personaggi non corrisponda a quella anagrafica.

Ma altre domande ci sorgono, per così dire, spontanee. Per esempio: sarebbe successa la stessa cosa se all'ingresso del parco si fosse presentato un gruppo di bambini biondi, con la pelle chiara, gli occhietti chiari e il nasino all'insù, ma di nazionalità americana, russa o australiana, quindi evidentemente extracomunitari? E ancora: gli addetti alla biglietteria si affidano solo alle capacità di discriminazione dei colori delle proprie retine oculari oppure si aiutano con un vero e proprio depliant con tutte le varie gradazioni di colore della pelle?

Sarebbe ingiusto, però, se si pensasse che le responsabilità siano solo della Regione o dell'Ente del parco della Valle dei Templi. Come si suol dire, il pesce puzza dalla testa. Purtroppo è ancora in vigore la legge più discriminatoria che sia mai stata promulgata nella storia dell'Italia repubblicana, la legge Bossi-Fini. Una legge che il Parlamento non è stato ancora in grado di cancellare, nonostante le promesse elettorali. A questa si aggiunge una legge sulla cittadinanza che sancisce che coloro che nascono in Italia da genitori stranieri possono diventare cittadini italiani solo al compimento della maggiore età. In termini numerici, ciò significa che attualmente 585mila bambini nati in Italia - più del 20% della popolazione migrata da noi - sono ancora considerati stranieri.

Ciò che è accaduto alla Valle dei Templi, quindi, non è un episodio locale, ma il frutto di una legislazione che rende legale ciò che dovrebbe - secondo la nostra costituzione e la dichiarazione universale dei diritti umani - essere considerato illegale.

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