Milano si è candidata ad ospitare l'Esposizione Universale 2015, un grande evento affaristico-commerciale che ogni 5 anni si tiene su decisione di organismi internazionali. La realtà di chi ospita l'evento però è ben diversa da quanto fa credere la propaganda: a Siviglia, sede dell'edizione del '92, stanno ancora cercando di ripianare le perdite. L'assegnazione però potrebbe fornire la sponda ideale per garantire gli "interessi" di Milano. La scelta finale, che vede la nostra città favorita rispetto alla città turca di Smirne, avverrà nel febbraio 2008. Entro giugno 2008 partiranno i cantieri. Il sito prescelto è vicino alla Fiera di Rho, ai confini di Milano, su terreni oggi ancora in gran parte agricoli.

Sarà un affare da miliardi di euro (1,3mld di € di investimenti pubblici), grandi e piccole opere, 160.000 visitatori attesi al giorno per 6 mesi; la celebrazione di un modello di sviluppo che sta trascinando la Val Padana al collasso ambientale e il pianeta intero all'autodistruzione.

Il titolo scelto per l'Expo 2015 "NUTRIRE IL PIANETA – ENERGIA PER LA VITA" esprime tutta l'ipocrisia del progetto, visto che l'evento coprirà di cemento un'area oggi ancora agricola. A promuovere simili esposizioni sono le stesse forze politiche ed economiche che portano avanti la devastazione ambientale, la sudditanza alimentare del sud del mondo rispetto al nord ricco, un modello di sprechi energetici e consumi superflui che predilige il trasporto privato e su gomma, il continuo e inutile spostamento di merci da un'estremità del pianeta all'altro, la privatizzazione e il degrado di beni comuni come l'acqua, il suolo, l'aria, la salute e il sapere.

Come Partito Umanista riteniamo urgente e necessario contrastare la candidatura di Milano alla realizzazione dell'Expo 2015. Questo progetto riassume bene ciò che già oggi avviene sul territorio: speculazione su aree dimesse, centri commerciali ovunque, sempre più strade e più auto, vita quotidiana che peggiora per l'inquinamento, i costi e i disagi del modello sociale ed economico che sta trasformando la Lombardia in un'unica chiazza grigia.

È necessario unificare nel "No Expo" le lotte, vertenze e rivendicazioni di tutti coloro che si battono contro questo modello distruttivo dominante.

Perché no..

  • Si coprirebbero di cemento 1,7 milioni di mq di aree agricole (+2,1 milioni di mq di servizi sull'area ex-Alfa Romeo di Arese), trasformando la macro-regione Milano in un unico polo logistico-commerciale attraversato da autostrade, con Milano al centro, città vetrina esclusiva e di "lusso", e un territorio attorno a pagarne il conto ambientale, sociale e di qualità della vita.
  • Le infrastrutture necessarie e le opere di supporto e servizio sconvolgeranno una vasta area che va da Torino a Verona, già oggi tra le più inquinate e congestionate al mondo. Il progetto dell'Expo trascinerà con se mostruose "Grandi Opere" come la TAV, l'autostrada Brebemi, la Pedemontana, la tangenziale esterna, la Gronda Nord, il terzo terminal e la terza pista della Malpensa e per finire alberghi per 124.000 posti letto.
  • Sarà un grande business per la speculazione edilizia sulle aree limitrofe, che coinvolgerà anche i progetti sulle aree dimesse di Milano come Santa Giulia, Portello, Garibaldi e le aree Falck di Sesto. Sono a rischio le poche aree verdi nelle vicinanze del sito prescelto per l'Expo, in particolare il Bosco in Città, il Parco delle Cave e il Parco di Trenno.
  • Sarà un affare per i soliti pochi ma noti: immobiliari, multinazionali, imprese di costruzioni, Ente Fiera; un guadagno effimero, precario, magari in nero per chi lavorerà nei cantieri e durante la rassegna. I sindacati confederali Cgil-Cisl-Uil hanno già firmato un vergognoso memorandum di intenti con il Comune di Milano, promettendo di non interferire con agitazioni sindacali prima e durante l'evento!
  • Il progetto prevede la costruzione, con finanziamenti pubblici, di effimeri padiglioni, laghetti e aiuole su aree di proprietà privata, che dopo l'evento verranno rasi al suolo per far posto a due milioni di mq di urbanizzazione intensa. E' già stato siglato un accordo tra Comune di Milano, Ente Fiera e Gruppo Cabassi per il cambiamento della destinazione d'uso dei terreni da agricoli a edificabili.
  • Sotto la falsa patina dell'impegno a favore dell'ambiente e della povertà nel mondo si nasconde un evento che celebrerà la globalizzazione dei consumi e il trionfo del potere economico occidentale sul resto del pianeta.
  • Per realizzare tutte le infrastrutture previste in poco tempo e senza l'opposizione dei cittadini, si useranno i metodi poco trasparenti e poco democratici della famigerata Legge Obiettivo voluta da Lunardi per le "Grandi Opere" come l'Alta Velocità.

Un altro mondo è….EXPOssibile!!!

  • Un'Expo meno scintillante, ma certamente più sostenibile potrebbe essere tenuta a Milano senza alcuna nuova colata di cemento e senza costruire un solo metro di strade in più, sfruttando unicamente le strutture esistenti di Rho-Fiera e FieraMilanoCity, e migliorando il sistema di trasporto pubblico per l'accesso dei visitatori. Le aree circostanti potrebbero essere trasformate in parchi permanenti che resteranno tali anche dopo l'evento.
  • I fondi pubblici stanziati per l'Expo e per le opere collegate potrebbero servire per affrontare i problemi del trasporto pubblico, dell'energia pulita, dei precari, della scuola pubblica, della mancanza di case a prezzi accessibili.
  • Si potrebbe promuovere un modello di città e di territorio a impatto ambientale bassissimo, e innescare un processo di partecipazione democratica dei cittadini alle scelte riguardanti il loro territorio.

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