Tutte queste considerazioni ci hanno spinto non presentarci da soli ma a cercare la collaborazione con altre forze progressiste. In queste elezioni sosterremo dunque i candidati umanisti che parteciperanno come "indipendenti" in altre liste: per le politiche in Piemonte con “Per il Bene Comune”; per le Regionali in Sicilia e Friuli Venezia Giulia e per il Comune e i Municipi di Roma, con "la Sinistra l'Arcobaleno". Il PU aspira al più presto ad ottenere eletti che portino all’interno delle istituzioni la forza della nonviolenza e ridiano coraggio e speranza agli attivisti disillusi e disorientati. Per superare la rabbia, la frustrazione, l’impotenza e il senso di tradimento che stanno dietro a tanto astensionismo, soprattutto a sinistra, c’è bisogno di politici che mantengano le promesse elettorali e costruiscano un rapporto continuo di consultazione e verifica con i loro elettori. I candidati umanisti si impegnano, se eletti, ad adottare questa metodologia, nucleo della proposta di legge di iniziativa popolare sulla “responsabilità politica” presentata dieci anni fa in Parlamento con il sostegno di 50.000 firme e mai discussa.
Il Partito Umanista in questo modo sta creando le condizioni per aprire un dialogo ed unire tutte le forze politiche progressiste che conterranno nel loro programma la metodologia nonviolenta e i seguenti punti essenziali:
- pace e disarmo;
- uguali diritti e opportunità per tutti indipendentemente da genere e orientamento sessuale;
- istruzione e sanità di buon livello e gratuita ed accessibile a tutti;
- difesa dell'ambiente, rilancio delle energie rinnovabili;
- abolizione della Legge Biagi e del pacchetto Treu,
- abbattimento della precarietà e sicurezza sul lavoro;
- risoluzione dei conflitti d'interessi tra incarichi politici, mediatici e proprietà economiche;
- democrazia reale, diretta e partecipata,
- responsabilità politica e decentramento del potere;
- risoluzione dell'emergenza abitativa;
- abolizione della Legge Bossi-Fini e chiusura dei CPT;
- no alle grandi opere inutili e dannose come il Tav in Val di Susa, il Ponte sullo Stretto, i rigassificatori e i termovalorizzatori;
- riaffermazione della laicità dello Stato.
Con chi difende questi punti si potrà formare una terza forza, che riscatti la migliore storia della sinistra italiana e sappia lanciare un nuovo progetto. Una forza che sia genuinamente rivoluzionaria e nonviolenta, che difenda le minoranze, che promuova i diritti umani, che costruisca un nuovo modello economico e che non sia disposta a cedere a nessun compromesso che la possa snaturare.