Dopo la decisione della Corte Internazionale del 8.7.1996, che aveva stabilito l'illiceità dell' uso e della minaccia dell'uso delle armi nucleari, per la prima volta gli Stati Uniti si sono costituiti in giudizio per difendersi da una domanda di rimozione delle bombe nucleari presenti (perfino il quotidiano Libero ne parla...) ad Aviano in Friuli Venezia Giulia.
Lo spessore di questa causa - perché si discute di un futuro possibile "crime against humanity" - sulla quale si pronuncerà l'8 luglio la Corte di Cassazione a Roma, non é paragonabile coi processi del passato recente.
L'Italia, uno stato non nucleare aderente al Trattato di non proliferazione, e la nostra Regione, che all'art.4 del nuovo Statuto sostiene i processi di moratoria internazionale delle armi di distruzione di massa, è o può diventare una minaccia nucleare per altri popoli.
Il Direttore dell'Agenzia atomica delle Nazioni Unite ha dichiarato di recente allo Spiegel che la sopravivenza della razza umana dipende dal rispetto del diritto internazionale e del Trattato di non proliferazione nucleare.
Non possiamo criticare questa posizione. È proprio quello che gli attori della causa sulle atomiche ad Aviano, chiedono al Tribunale di Pordenone ed alla Cassazione: la possibilità di non rivedere gli orrori di Hiroshima e Nagasaki e di non sobbarcarsene la responsabilità.