Prima Via Lecco, poi Viale Forlanini per passare da Piazza Lodi ed oggi Via Senigallia e la protesta alla stazione di Bruzzano repressa violentemente dalla polizia. Tutti questi fatti sono la precisa conseguenza della mancanza di una legge quadro sul tema rifugiati: a chi arriva in Italia da paesi in guerra o in cui sono negati i fondamentali diritti umani (nei casi in questione la maggior parte dei migranti proviene dal corno d’Africa) la legge italiana non garantisce quasi niente, nonostante i forti finanziamenti da parte dell’Unione Europea.
A Milano, in particolare, gli immigrati con visto di rifugiati o per problemi umanitari hanno diritto soltanto a qualche mese in dormitorio e a corsi di italiano quasi inesistenti. In questo contesto l'idea di un vero percorso di inserimento abitativo o lavorativo è così remota da sembrare quasi un'utopia.
Un'altra beffa è che il visto che viene concesso a queste categorie di immigrati si trasforma in una vera e propria arma a doppio taglio nel momento in cui un rifugiato prova a migrare in un altro paese UE, dove magari ha parenti o amici che lo potrebbero appoggiare: il visto prevede la permanenza nel paese che lo ha rilasciato, quindi non possono lasciare l’Italia.
A questo si aggiunge infine che il trattato sull’immigrazione recentemente firmato con la Libia si è trasformato in un metodo subdolo per incarcerare ingiustamente chi, attraverso tale paese, cerca di raggiungere l’Europa per ottenere asilo.
È urgente una vera legge quadro sui rifugiati oltre ad assicurare che i fondi europei siano spesi per garantire effettivi percorsi di inserimento lavorativo ed abitativo a questa categoria. Inoltre sarebbe opportuna una revisione del trattato con la Libia in termini di accoglienza e non di barbara carcerazione per chi chiede soltanto la garanzia dei propri diritti umani.