I tre quesiti referendari sui quali gli italiani sono chiamati a pronunciarsi il 21 giugno, riguardano la modifica della vigente legge elettorale. I quesiti sono falsamente abrogativi: il loro effetto non è quello di abrogare in tutto o in parte la legge elettorale, ma di scriverne una nuova, peggiore di quella attuale.
L'attuale legge elettorale, (il “porcellum”), ha eliminato il voto di preferenza e la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti in Parlamento. Questa possibilità di scegliere è stata spostata dai cittadini alle segreterie dei partiti che di fatto nominano i “rappresentanti del popolo” escludendo da questa decisione la volontà popolare. Inoltre attraverso l’introduzione di soglie di sbarramento ha tolto una delle regole fondamentali della democrazia che è la possibilità di espressione e rappresentanza parlamentare delle minoranze.
Il referendum propone sostanzialmente due modifiche della vigente legge elettorale: a) attribuisce il premio di maggioranza alla lista, che abbia ottenuto anche un solo voto in più delle altre liste concorrenti, abrogando la possibilità che il premio venga attribuito ad una coalizione di partiti; b) determina il raddoppio delle soglie di sbarramento confermando per tutti la soglia del 4% alla Camera dei Deputati e dell’8% al Senato (che la legge attuale impone soltanto ai partiti non coalizzati).
Attribuire il premio di maggioranza ad una sola lista determina un incremento inusitato del premio stesso, lasciando un potere sproporzionato al partito vincitore delle elezioni e al suo leader (quindi soggiogando il Parlamento alla volontà del capo del governo) e riducendo proporzionalmente la rappresentanza parlamentare delle altre liste.
In questo modo si realizzerebbe una sorta di dittatura della minoranza, in quanto un solo partito, senza avere il consenso della maggioranza del popolo italiano, avrebbe nelle sue mani il controllo del Governo, la possibilità di eleggere – da solo – il Presidente della Repubblica e di modificare la Costituzione.
Si tratta di un referendum truffa: ci chiama alle urne per cambiare la legge elettorale, mascherando questo cambiamento come positivo per la democrazia, ma in realtà la peggiora gravemente.
Per questo diciamo No al referendum elettorale, non andando a votare. Se chiamati alle urne per il ballottagio, rifiuteremo le tre schede del referendum.