Le drammatiche testimonianze che filtrano dall'Iran in assenza di giornalisti ci parlano di una dura repressione della piazza, che ha causato e sta causando grandi sofferenze. Gli umanisti, da sempre e per sempre contrari ad ogni forma di violenza, condannano senza appello il governo iraniano che ha schierato l'esercito contro i manifestanti e che autorizza organizzazioni paramilitari a esercitare l'uso della forza in maniera indiscriminata.
Il governo del presidente Ahmadinejad è responsabile di queste violenze, è responsabile della decisione arbitraria di espellere i giornalisti esteri dal paese, ed è responsabile di non ascoltare il suo stesso popolo, minoranza o maggioranza che sia. Le tragiche giornate che si susseguono a Teheran segnano la continua violazione dei diritti umani e l'incomprensibile e testardo arroccamento del presidente e degli uomini del potere iraniano in indifendibili posizioni repressive e sanguinarie, arbitrarie ed intollerabili.
Chiediamo al governo iraniano di fermare la violenza, di aprire un confronto con le opposizioni politiche e di accettare di svolgere una verifica dei risultati elettorali, che tanto sangue hanno provocato. Chiediamo inoltre che il paese venga aperto ai corrispondenti della stampa estera e che ai cittadini iraniani venga data la possibilità di comunicare e di esprimersi liberamente e pacificamente.
I diritti umani sono universali e non soggetti alla volontà di presidenti, eserciti o presunti dèi. Ogni volta che vengono violati, in ogni parte del mondo, l'umanità stessa arretra nel suo cammino di liberazione.