Roma, 11 dicembre 2010
Nel 1998 il Partito Umanista raccolse, in pochissimo tempo, circa 55mila firme di altrettanti cittadini che sottoscrissero una proposta di legge di iniziativa popolare sulla “responsabilità politica”. In questa proposta di legge d’iniziativa popolare - presentata al Parlamento, ma su cui non fu mai programmata una discussione – è previsto che tutti gli eletti debbano periodicamente dar conto del loro operato ai propri elettori e nel caso non abbiano mantenuto le promesse fatte rischiano l'interdizione, la destituzione o il giudizio politico.
L’attualità di quella proposta di legge – a distanza di 12 anni – è sotto gli occhi di tutti.
Innanzitutto i parlamentari attuali non sono stati eletti direttamente dai cittadini, ma sono stati scelti dai vertici dei partiti. Enorme è il deficit di democrazia derivante da questa norma della legge elettorale vigente, che ha scippato agli elettori la possibilità di scegliere direttamente da chi volevano essere rappresentati. In questo modo accanto a parlamentari che sono stati eletti perché comunque espressione di una volontà popolare diretta, ci sono molti altri che sono dei perfetti sconosciuti o che comunque non sarebbero mai stati eletti se avessero dovuto raccogliere il consenso diretto dei cittadini. La risultante è la presenza in Parlamento di un’altissima percentuale di sedicenti rappresentanti del popolo che, in realtà, servono solo per fare numero e rispettano soltanto ciò che viene dettato dai vertici dei partiti.
Alla luce di questo dato di fatto, le esternazioni scandalizzate di coloro che oggi puntano il dito contro i parlamentari che si vendono per un voto di fiducia hanno il sapore dell’ipocrisia.
Che cosa ci si aspettava, chiedono gli umanisti, da un sistema in cui i candidati, all’interno delle attuali macchine dei partiti, vengono finanziati dai grandi interessi economico-finanziari allo scopo di dettare la politica che dovrà essere portata avanti? Non dimentichiamo che l’attuale capo del governo è prima di tutto un esimio rappresentante del grande capitale e che quindi, in quanto tale, interpreta la politica soprattutto come un grande gioco di investimenti e compravendita.
È ovvio che in un sistema del genere ci sono deputati e senatori che vendono il proprio voto per qualche favore personale. Come poteva essere diversamente?
È la rappresentatività la vera vittima in questione e, con essa, la stessa democrazia. Quella stessa rappresentatività messa in discussione già molti anni fa quando, in nome di una maggiore governabilità - che in realtà non si è mai vista - vennero introdotti prima il sistema elettorale maggioritario e poi le soglie di sbarramento, sacrificando il sistema proporzionale che, invece, assicura – senza alcuno sbarramento, ovviamente – un’adeguata rappresentatività anche alle minoranze.
Tutti i partiti presenti nelle istituzioni, da destra a sinistra, hanno partecipato a questo attentato alla rappresentatività e quindi alla democrazia. Nell’estremo tentativo di compensare l’emorragia di consenso con leggi elettorali sempre più restrittive in termini di rappresentatività, hanno preparato il palcoscenico per lo spettacolo grottesco e tragicomico che in questi giorni si sta rappresentando nelle camere parlamentari.
A che titolo si lamentano il Partito Democratico, Italia dei valori, Unione di Centro, Futuro e libertà? Come se nulla fosse, gli stessi colpevoli che ieri hanno gravemente ferito la rappresentatività, oggi si lamentano del frutto del loro operato. Quel dito che oggi puntano verso chi offende la dignità delle istituzioni democratiche, acquistando e vendendo consenso, dovrebbero prima puntarlo verso se stessi, in quanto veri responsabili del latte versato su cui oggi piangono.
La loro stessa indisponibilità a riconoscere, davanti a chi li ha eletti, i passi falsi compiuti, riduce di molto le possibilità che tali vertici politici possano rappresentare una valida alternativa, tanto sono lontani dalle necessità di una vera democrazia. L’ipocrisia oggi dominante dovrà essere sostituita dalla “responsabilità politica”. Solo chi si muoverà in questa direzione sarà la vera alternativa.
PARTITO UMANISTA
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