Roma, 15 dicembre 2010
La violenza non deve passare. Né la violenza fisica degli scontri di piazza, né la violenza politica esercitata dall’ostinazione di una destra avida di potere, devono oscurare la giornata di partecipazione democratica di centinaia di migliaia di cittadini alle manifestazioni di protesta che si sono svolte, in tante città italiane, in concomitanza con il voto del 14 dicembre sulle mozioni di sfiducia all’attuale governo.
Di fronte ad un Parlamento umiliato da una legge elettorale che, scippando ai cittadini la possibilità di eleggere direttamente i candidati, permette la presenza nelle due Camere di centinaia di “infiltrati” che non hanno ricevuto alcun voto, la possibile presenza di altri “infiltrati” provocatori di scontri tra i manifestanti rappresenta solo l’altra faccia della stessa medaglia.
Violenza fisica e violenza politica. Senza dimenticare la violenza economica di fondo, che taglia le risorse all’istruzione pubblica e all’università e costringe milioni di persone al precariato e alla cassa integrazione. Senza dimenticare la violenza discriminatoria nei confronti delle minoranze etniche e religiose.
Ecco il quadro desolante di fronte al quale tanti cittadini vogliono alzare la testa e dire “basta”.
La dignità di tante donne e tanti uomini, di tanti giovani e di tanti precari, di tanti lavoratori e tanti disoccupati che hanno espresso il loro dissenso non può scomparire all’ombra della violenza.
Sarà questa dignità ad avere la meglio sull’arroganza e la violenza di una classe politica attenta solo agli interessi del grande capitale. Sarà questa dignità ad avere la meglio, nonostante chi, con il volto meschinamente coperto e le mani armate, è sufficientemente arrogante e violento da essere solo una funzione della stessa classe politica. E questo è vero anche se non fossero degli “infiltrati” ma solo sedicenti rivoluzionari e insurrezionalisti.
Il Partito Umanista ripudia la violenza e invita tutti a dissociarsi dalla violenza in qualunque forma essa si esprima. Appuntiamo la “medaglia della violenza” sul petto di chi umilia la democrazia in questo paese. Sia che lo faccia dalla poltrona del presidente del consiglio, sia che lo faccia in piazza col volto coperto e le mani insaguinate.