20 dicembre 2010
Quando il senatore Gasparri propone arresti “preventivi” e raccomanda ai genitori di non mandare i figli alle manifestazioni perché “frequentate da potenziali assassini”, sta facendo, senza sicuramente rendersene conto, un gran piacere a tutta la collettività, perché ci ricorda ancora una volta quali sono le sue radici politico-culturali e dalle quali, come il ministro La Russa e altri, non riesce proprio a distaccarsi. Ci fa un regalo perché ricorda al popolo italiano da quale sventura era uscito dopo vent’anni di regime fascista e, soprattutto, ci rammenta che la democrazia non è qualcosa di acquisito definitivamente, ma è qualcosa che va difeso e coltivato ogni giorno.
È talmente evidente la vicinanza di questi personaggi, che purtroppo siedono al Parlamento, con le loro radici, che oggi la risposta più adeguata ci appare rappresentata dalle parole con cui Giacomo Matteotti concluse il suo ultimo discorso parlamentare. Eccole:
“Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l'intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l'opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità”.
Questo intervento di Matteotti risale al 30 maggio 1924. Fu ucciso qualche giorno dopo da sicari fascisti a Roma, il 10 giugno del 1924.
Non lasciamoci intimidire. La violenza di Gasparri, La Russa e del governo che sostengono non ci appartiene, come non appartiene più né al presente, né al futuro di tutto il popolo italiano.
Difendiamo la nostra sovranità.