L'Italia compie 150 anni nel momento peggiore per l'istituzione dello Stato Nazionale. Il fenomeno italiano è semplicemente  la vetrina più appariscente e dolorosa per noi che ci viviamo
Da un lato la spinta secessionista della Lega, fautrice di posizioni xenofobe e promotrice di un “federalismo” che è un semplice accentramento di potere e ricchezze nelle mani di pochissimi, censiti su assurde base etniche. Dall'altro lato una serie di governi stanno “rubando” ai poveri per dare ai ricchi, smantellando ed saccheggiando le ricchezze e le possibilità (non solo materiali ma anche emotive e culturali) del popolo italiano,  in accordo ai mandati ricevuti dal capitale finanziario e speculativo che vuole impossessarsi di tutto.
D'altra parte l'esaltazione di un sentimento ed un orgoglio nazionale intriso di retorica  bieca (il Risorgimento, i martiri della patria, la bandiera ecc ecc) rischia di sfociare in un vero e proprio Nazionalismo, i cui deleteri effetti li abbiamo già potuti sperimentare in termini di guerre, discriminazioni, persecuzioni (esempi su tutti la Prima Guerra Mondiale e la Germania Nazista).
Ma cosa vuol dire sentirsi italiani? Come si può definire l'italianità?
La cultura comune è una prima approssimazione: lingua, storia, territorio condiviso.  L'istruzione pubblica e laica di buon livello per tutti è un veicolo fondamentale per la diffusione di questa cultura comune. Della Storia d'Italia certamente non ci interessano i condottieri ed i tiranni, Re imperialisti e industriali fraudolenti, oppure amenità spacciate da aspetti peculiari quali la moda, il cibo e lo sport. Riscattiamo della nostra storia ben altri avvenimenti e personaggi: la nascita dei Comuni, il Rinascimento, i movimenti anarchici ed operai, le società di mutuo soccorso, la lotta di liberazione dal NaziFascismo, i movimenti nonviolenti all'avanguardia in Europa (Dolci e Capitini per esempio).
Il progetto comune è un secondo fattore unificante: i principi e le aspirazioni che un popolo vuole realizzare possono essere sintetizzati nella COSTITUZIONE che lo Stato si attribuisce.
In questo momento storico per gli Umanisti le priorità sono
la redistribuzione delle ricchezze, per garantire ad ogni essere umano una qualità delle vita decente (diritti fondamentali, sanità e istruzione gratuiti per tutti);
la redistribuzione del potere decisionale attraverso l'applicazione di forme sempre crescenti di democrazia diretta e partecipata.

Lo Stato Nazionale va pensato nei termini di garante della democrazia diretta e partecipata dei cittadini, le istituzioni politiche per noi sono dei meccanismi di coordinamento attraverso cui le comunità che compongono il territorio si accordano e gestiscono tematiche più ampie. Parliamo di decentramento anziché federalismo, ovvero del processo di coinvolgimento diretto delle persone e dei popoli nelle decisioni che li riguardano.
La difesa delle Costituzioni nazionali in tutte quelle parti che garantiscono i diritti fondamentali dei cittadini è la strada da seguire in questo momento, dando massimo spazio nel contempo a tutte le forme di espressione democratica effettiva, diretta e partecipata “dal basso”.
Solo così lo Stato Italiano ha senso ed ha senso essere italiani, solo così potremo rintuzzare gli attacchi di razzisti, xenofobi e speculatori, solo così l'Italia può essere il ponte di quella società mondiale che sta iniziando a prendere spazio non solo nelle aspirazioni degli essere umani ma anche nelle loro rivendicazioni e nelle loro azioni: la Nazione Umana Universale
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