Vittorio Arrigoni, volontario, pacifista e militante dell'International Solidarity Movement, era stato rapito da un gruppo di estremisti salafiti. Dopo solo poche ore dal rapimento è stato ucciso.
La sua posizione contro l’assedio di Gaza da parte dell’esercito israeliano era limpida e chiara, alla luce del sole, e faceva di tutto per tenere informato il mondo di ciò che succedeva in quei luoghi. Probabilmente proprio per questo era stato più volte minacciato di morte e, inoltre, era stato anche arrestato dalle autorità israeliane nel 2008.

Ora gli amanti della morte, sopprimendo il corpo di Vittorio, credono di aver spento quella luce.

La religione in tutto questo non c’entra nulla. Ogni volta che in nome della religione si spegne la luce della ragione rimane solo la mortificazione dell’essere umano.
Invano gli amanti della morte credono di poter fermare, con la morte stessa, la catena di azioni innescata da Vittorio. Poveri illusi.

Che grande incoerenza: dicono di credere in un dio e in una vita dopo la morte, ma poi credono che la morte sia l’unica soluzione.
La catena di azioni innescate dagli amanti della vita, quale era Vittorio, non può essere fermata dalla morte, ma la loro influenza continuerà ad operare.

14 aprile 2011

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