PDL = PAURA DELLA LIBERTÀ
Ci proveranno anche col referendum sull’acqua. Dopo aver escogitato un emendamento che dovrebbe, secondo le intenzioni del governo, annullare il referendum sul nucleare, è possibile che anche il referendum sulle risorse idriche possa essere attaccato da qualche altra mossa del governo.
L’obiettivo è sempre lo stesso: impedire che il numero dei votanti sia sufficientemente alto da raggiungere il quorum, in modo tale che venga disinnescato anche il referendum sul legittimo impedimento, l’unica vera preoccupazione del presidente del consiglio.Il capo del governo, nonché leader del PDL, ha paura del voto dei cittadini. Ciò vuol dire che, siccome il referendum è uno dei pochi istituti di democrazia diretta previsti dallo stato italiano, il governo ha paura della diretta espressione del popolo.
Un popolo non può dirsi libero se non è libero di esprimersi. Chi si muove, come sta facendo il governo, per espropriare i cittadini di uno strumento democratico come il referendum, ha paura della libertà, in quanto non c’è libertà se non c’è democrazia, e la democrazia non è reale se non è anche diretta.
Che grande contraddizione: un partito politico che si chiama “popolo delle libertà”, ma che ha paura della libertà di un popolo di esprimersi direttamente.
Per questo motivo la lotta a favore di questi referendum non è più solo, ormai, una lotta per salvaguardare il nostro pianeta dalla minaccia nucleare, per impedire l’esproprio di un bene comune come l’acqua e per ribadire che la legge dovrebbe essere uguale per tutti.
Lottare a favore di questi referendum significa anche ribadire che non rinunceremo alla nostra libertà per le paure di qualcuno. Evidentemente la lotta di liberazione non è finita.
23 aprile 2011