PRINCIPI E PROPOSTE FONDAMENTALI
L’essere umano come valore centrale
Una sintesi del pensiero umanista in campo sociale è “Niente al di sopra di un essere umano e nessun essere umano al di sotto di un altro”. Questo conduce, nella pratica, a lottare per la piena realizzazione dei diritti umani contenuti nella Dichiarazione Universale del 1948 e a pretendere una società in cui a ogni persona vengano garantiti libertà di scelta, salute ed educazione gratuite, casa e mezzi di sussistenza adeguati, senza distinzioni di nazionalità, sesso, età, religione e condizione sociale.
Nonviolenza attiva
Il PU rifiuta ogni tipo di violenza, da qualsiasi parte provenga e qualunque sia la sua giustificazione. La nonviolenza come metodologia d’azione, unita all’organizzazione, costituisce per gli umanisti la forma di lotta più efficace. Propugna il disarmo e il dialogo come mezzo per la soluzione dei conflitti nazionali e internazionali; si oppone alle “guerre umanitarie”; denuncia il pericolo della corsa al riarmo nucleare.
Un'alternativa al sistema neoliberista
Il Partito Umanista sostiene la necessità di mettere radicalmente in discussione l'intero sistema neoliberista dalle sue radici: la relazione tra capitale e lavoro e la speculazione finanziaria, che è la base instabile e aleatoria di questo sistema.
Il Partito Umanista ritiene che oggi esistano le possibilità tecnologiche per risolvere, a breve termine e per vaste zone del mondo, i problemi della piena occupazione, dell'alimentazione, della salute, della casa, dell'istruzione. Se queste possibilità non si trasformano in realtà, è solo perché l'attuale, primitiva organizzazione sociale lo impedisce: da una parte il grande capitale determina le scelte dei governi, sempre più improntate alla cancellazione dello stato sociale, e dall'altra non crea nuovi posti di lavoro, giacché preferisce destinare alla speculazione finanziaria gli enormi profitti prodotti dal lavoro stesso.
Tutto ciò resterà un problema irrisolvibile fino a che l'impresa, il suo destino, le sue scelte strategiche rimarranno in mano ai manager e i lavoratori non parteciperanno direttamente alla gestione e direzione dell'azienda e fino a che non esisterà una democrazia reale, in cui la popolazione possa determinare le priorità della spesa pubblica.
Non discriminazione
Il PU sostiene l’uguaglianza di tutti gli esseri umani e propugna il riconoscimento e il rispetto delle diversità personali e culturali, considerandole una ricchezza e lotta perché tra tutti gli esseri umani esista una reale parità di diritti e di opportunità.
Pertanto si oppone alle restrizioni all’immigrazione, propone il riconoscimento della parità di diritti tra immigrati e cittadini italiani e aspira alla realizzazione di un modello di società interculturale.
Libertà di scelta e democrazia reale
Solo a partire dalla possibilità di scegliere veramente tra le condizioni in cui si trova a vivere, l'essere umano conquista la sua dimensione reale. La possibilità di scelta tra i diversi campi dell'attività umana è quindi l'unica, concreta espressione di libertà. Pertanto il PU si oppone a ogni forma di autoritarismo e di monopolio.
Nel campo politico questa aspirazione si traduce nell'esistenza di vere opzioni, passando dalla democrazia formale a una democrazia reale e partecipativa, in cui ogni cittadino abbia la possibilità di influire sulle scelte che lo riguardano.
Per passare dalla democrazia formale a quella reale, è anzitutto necessario realizzare un maggiore e concreto decentramento degli organismi decisionali; abilitare forme di consultazione permanente della popolazione, utilizzando le possibilità offerte dalla tecnologia informatica, consultazioni che abbiano valore vincolante e non quello di meri sondaggi manipolabili; produrre così una riduzione del potere decisionale degli eletti, il cui ruolo dovrà essere solo di coordinare e di implementare le scelte fatte dai cittadini; disporre comunque di un sistema elettorale che tuteli le minoranze e garantisca una reale rappresentanza a tutte le forze politiche; nel frattempo promulgare una legge di responsabilità politica, che obblighi gli eletti a mantenere le promesse elettorali, pena la perdita della carica.