Liberi. Vogliamo essere liberi di votare. Vogliono impedirci di votare per i referendum.

Dopo aver emanato alcune norme con il chiaro intento di annullare il referendum sul nucleare, ora il governo sta cercando di aumentare la confusione. Creando una sedicente “Autorità per l’acqua”, il governo vuole depotenziare anche i referendum sull’acqua lanciando il messaggio che è inutile andare a votare perché il governo sarebbe già intervenuto sull’argomento. Se a tutto questo si aggiungono tutte le manovre, più o meno sotterranee, per impedire che l’opinione pubblica venga correttamente informata sui temi dei referendum, il quadro della situazione appare abbastanza chiaro.


Da una parte si vogliono salvaguardare a tutti i costi gli enormi interessi economici che già erano stati programmati intorno al ritorno al nucleare e alla gestione da parte dei privati dell’acqua, dall’altra si vuole impedire di mettere in serio imbarazzo la cricca del capo del governo nel caso in cui si raggiungesse il quorum per il referendum sul legittimo impedimento e vincessero i Sì.

Ma per il Partito Umanista, indipendentemente dai temi trattati dai referendum, c’è in gioco un altro fattore: la libertà.
Con queste manovre anti-referendum si vuol far passare anche un altro messaggio: non è ammissibile che il popolo, mediante centinaia di migliaia di sottoscrizioni, si autoconvochi per votare. Non dev’essere il popolo a decidere quando votare. Il popolo può votare solo quando chi detiene il potere decide che debba votare.
La possibilità di autoconvocazione per votare tramite un istituto di democrazia diretta previsto dalla Costituzione, quale è il referendum, rappresenta invece uno dei pilastri della partecipazione. Se si impedisce ai cittadini di usufruire di questo strumento, si impedisce loro di partecipare e se viene impedita la partecipazione si sta minando uno dei pilastri della nostra libertà, visto che libertà è anche partecipazione.

Il Partito Umanista invita tutti i cittadini a ribadire il proprio diritto all’autoconvocazione e alla propria libertà di espressione nei tempi e nei modi che ritiene più opportuni.
L’Italia è e deve continuare ad essere una repubblica a sovranità popolare. A differenza di tutti gli altri tipi di sovranità, quella popolare è l’unica che si basa sulla libertà. Riuscire a difendere i referendum del 12 e 13 giugno significa anche, se non soprattutto, difendere la nostra libertà.

 

maggio 2011

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