Partito Umanista 25 febbraio 2012 -

Chissà se Ernesto Rossi e Altiero Spinelli avrebbero mai immaginato, nell’atto di redigere il “manifesto di Ventotene”, che l’Europa si sarebbe ridotta ad una semplice somma di paesi nazionali su cui detta legge una minuta oligarchia di finanzieri e politici di basso profilo. Molto probabilmente non potevano immaginarlo, visto che in quel manifesto – il cui vero titolo era “Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto” - scrivevano: “Oggi è il momento in cui bisogna saper gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti, tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge, così diverso da tutto quello che si era immaginato, scartare gli inetti tra i vecchi e suscitare nuove energie tra i giovani”. Sembra che tutto stia succedendo in Europa, tranne il “gettare via vecchi fardelli divenuti ingombranti” e il “tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge”.


Con il Meccanismo Europeo di Stabilità – espresso in inglese con la sigla ESM – l’Europa torna indietro di secoli, configurando un sistema di potere che ricorda le oligarchie monarchiche che dominavano prima della rivoluzione francese. Oggi, in pieno ventunesimo secolo, una banca centrale, la BCE, impone ai governi un patto fiscale.
Come se non bastasse, si vorrebbe sancire l’obbligo di inserire nelle costituzioni dei paesi il “pareggio di bilancio”: in questo modo si legittima, attraverso la legge fondamentale, il liberismo in materia economica e la dittatura dei mercati. In altre parole, non saranno più le esigenze di mercato a dover tener conto dei dettami costituzionali, ma dovrà essere la Costituzione a diventare serva dei mercati.
Se a tutto questo si aggiunge l’ulteriore deficit di rappresentatività della democrazia determinato dal fatto che a decidere le politiche fiscali non saranno più coloro che vengono eletti, ma la tecnocrazia della Bce e del Consiglio europeo, il quadro che emerge è desolante.
Tutto questo è semplicemente inaccettabile.
Mentre il sistema rappresentativo sta andando in frantumi perché sostanzialmente formale e mentre la politica attuale non è più in grado di far rispettare i diritti fondamentali, sembra che la soluzione sia la distruzione degli ultimi fardelli di democrazia ancora in piedi e l’annullamento di tutti i diritti.

Noi siamo di diverso avviso. Bisogna “tenersi pronti al nuovo che sopraggiunge”, come avevano suggerito Rossi e Spinelli. Il nuovo che avanza è il passaggio dalla democrazia formale ad una democrazia reale, in cui siano veramente i cittadini europei a decidere su tutto ciò che riguarda il proprio continente.
Per questo auspichiamo che i parlamenti dei paesi europei respingano l’adesione al Meccanismo Europeo di Stabilità.  

Un’Europa in cui progredisce il rispetto dei diritti fondamentali per tutti e in cui tutti hanno diritto di decidere sul proprio presente e sul proprio futuro: questa è l’Europa che vogliamo.
L’Europa siamo noi!

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