Partito Umanista 19 marzo 2012 -

Come volevasi dimostrare. L’Italia ha pagato ad una banca d’affari statunitense, la Morgan Stanley, 3,4 miliardi di dollari. Si potrebbe dire, cioè, che 3,4 miliardi di dollari usciranno dalle tasche degli italiani per riempire le casse dello stato rapinate da una banca.
Una rapina assolutamente prevedibile, ovviamente, perché si tratta di un debito che il governo italiano ha chiuso in termini di derivati e risale agli anni ’90. In quegli anni il governo italiano ha sottoscritto dei contratti derivati con la Morgan Stanley. Nello specifico, le variabili alla base della quotazione di questi titoli derivati erano legate, non ad attività sottostanti di riferimento reali, come l’oro o il grano, ma ad attività sottostanti legate ad attività finanziarie, come tassi d’interesse e azioni. Questa bella pensata del governo italiano avrebbe avuto lo scopo di abbassare i costi di indebitamento e mettersi al riparo dagli alti e bassi dei tassi d’interesse. Ma la possibilità che queste manovre fossero diventate un ulteriore costo per i contribuenti era molto alta.

Visto che il rischio che i costi ricadessero sulle loro tasche era così alto, quanti dei milioni di contribuenti italiani erano a conoscenza di queste manovre del governo?
Inoltre: come mai, visto che la notizia dell’estinzione del debito risale al 3 gennaio, solo ora ne veniamo a conoscenza? Che la Morgan Stanley non ne parlasse è abbastanza ovvio, sia perché apparentemente non ha alcun dovere nei confronti degli italiani, sia perché il silenzio è d’oro, visto che solo nell’ultimo trimestre del 2011 la banca americana ha avuto un profitto di 600 milioni di dollari grazie alla risoluzione dei contratti con l’Italia stessa.
Meno ovvio è il silenzio del governo italiano. Come è stato possibile che i sedicenti grandi esperti di economia che hanno governato l’Italia negli ultimi vent’anni – da Dini a Prodi, da D’Alema a  Berlusconi e infine a Monti, con ministri delle finanze della presunta stazza di Visco, Del Turco, Schioppa e Tremonti -  non abbiano previsto tutto questo e soprattutto che non abbiano detto nulla agli italiani?
Cosa dobbiamo pensare? Che chi governava non era poi così esperto, ma buono solo ad amministrare un condominio? Oppure che, con la scusa di abbassare i costi dell’indebitamento, ha preferito, chissà per quale motivo, mettere il paese nella mani delle banche?
E non si tratta solo della Morgan Stanley. Insieme a questa banca ci sono anche Goldman Sachs, Bank of America, Citigroup e JPMorgan Chase. Tutti insieme hanno un’esposizione netta complessiva sui derivati con l’Italia di 19,5 miliardi di dollari.

Sono anni che lo diciamo: come volevasi dimostrare, la supremazia della finanza sui governi è totale. Tutti impiegati delle banche, dai politici agli imprenditori.
L’economia non può più stare nelle mani di queste persone, che non sono o non vogliono più essere in grado di lavorare per l’interesse della collettività, la quale, per continuare a vivere, dovrà prendere le redini in mano. Non possiamo fare dipendere il nostro destino dagli emissari delle banche. Tutto, ora, dipende da noi. 

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