Partito Umanista 28 marzo 2012 -

Eccone un altro.
Prima c’era Berlusconi che, coerentemente col suo atteggiamento megalomane e spaccone, parlava un giorno e l’altro pure a nome degli italiani. Ora anche l’attuale capo del governo, Mario Monti, afferma, in modo meno plateale ma non meno arrogante nella sostanza, che ha l’impressione che “la maggioranza degli italiani percepiscano questa riforma del lavoro come un passo necessario nell'interesse dei lavoratori” e che “nonostante alcuni giorni di declino recenti a causa della misure sul mercato del lavoro questo governo sta godendo di un alto consenso”.

Tutte affermazioni dal sapore, appunto, impressionistico che odorano, anche da lontano, di propaganda. Come tanto puntuali quanto pilotate appaiono le affermazioni della commissione UE: “L'Italia dovrebbe varare la riforma del lavoro rivedendo alcuni aspetti della legge sulla protezione dell'impiego e il suo frammentato sistema di sussidi alla disoccupazione” e, ancora, che il testo approvato dal governo "ha l'ambizione di affrontare le rigidità della protezione del lavoro”.

Noi non siamo così sicuri, come Monti, che la maggioranza degli italiani sia d’accordo con le misure previste nel disegno di legge del governo sul mercato del lavoro.
Pensiamo, diversamente dal primo ministro, che sia il suo governo, come i partiti che lo appoggiano, a non essere pronti per questo paese e non il contrario, come ha avuto l’arroganza di affermare qualche giorno fa come se non facesse parte del paese, ma come se fosse un marziano chiamato a mettere a posto le malefatte degli italiani.

Infine, noi crediamo che nessuno può parlare a nome di tutto un popolo. Nonostante siano passati da molti anni quei tempi in cui popoli interi obbedivano a leader incontrastati, ci troviamo al governo e in parlamento ancora molte persone che credono che quel paesaggio sociale e politico in cui sono cresciuti sia ancora attuale. Non se ne sono accorti, ma le persone, i cittadini, i popoli nel frattempo sono cambiati, si sono evoluti.

Perché non lo chiediamo direttamente agli italiani che cosa pensano della riforma del lavoro varata dal governo, invece di fare, senza che nessuno lo abbia chiesto, affermazioni in nome di un popolo?
Di chi dovrebbe essere, secondo la Costituzione, la sovranità in questa Repubblica?    

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