Partito Umanista - 18 aprile 2012
Avremmo preferito che non succedesse. Invece è successo. Il Parlamento ha approvato in via definitiva l’inserimento del “pareggio di bilancio” nella Costituzione italiana. Un Parlamento costituito da deputati e senatori che non hanno ricevuto nemmeno un voto da parte degli elettori, ma che sono stati piazzati lì dai vertici dei rispettivi partiti e quindi, proprio per questo, ancor più servili rispetto alle direttive dei suddetti vertici. Anche il governo che ha proposto il disegno di legge approvato non è mai stato eletto dai cittadini. In sintesi, nessuno in Parlamento è mai stato votato dai cittadini eppure hanno cambiato la Costituzione senza nulla chiedere a quel popolo che dovrebbe essere, sempre secondo la Carta, l’unico sovrano in questo paese.
L’opinione del popolo sovrano è stato evitata sfruttando l’unico articolo della Costituzione di cui governo e maggioranza hanno tenuto conto in questa vicenda: l’articolo 138 che prevede che non sia necessario ricorrere al referendum “se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”.
Che ipocrisia! L’articolo 138, ovviamente, dava per scontato il fatto che in Parlamento fossero rappresentati tutti i cittadini in modo proporzionale e che quindi i due terzi dei componenti delle due Camere corrispondessero ai due terzi degli elettori. Sta di fatto che invece non è più così: con le ultime leggi elettorali - che hanno man mano introdotto premi di maggioranza, abolizione del proporzionale puro e soglie di sbarramento – il livello di rappresentatività si è progressivamente abbassato a tutto discapito della democrazia reale e a tutto vantaggio, invece, di un regime di democrazia formale che rende abissale la distanza tra le istituzioni e i cittadini.
Ormai siamo in pieno regime dittatoriale.
Come ai tempi dei fascismi del secolo scorso si stravolgono le regole di convivenza democratica con un vero e proprio attacco al cuore della democrazia, nel silenzio e nella disinformazione più totale. La notizia dell’approvazione definitiva del ddl, per esempio, è apparsa per qualche ora su tutti i siti di informazione, ma è già scomparsa, a meno di 24 ore di distanza, dai siti più visitati, come quelli de “La Repubblica” e del “Corriere della Sera”.
L’attentato alla Costituzione è di una gravità estrema in quanto la sovranità del popolo viene annullata in un sol colpo proprio sulle materie principali su cui tale sovranità dovrebbe esprimersi, cioè sulle politiche economiche e fiscali. In altre parole si priva il popolo della facoltà e del potere di determinare il proprio destino e quindi la sua stessa esistenza.
In sintesi, con questo atto parlamentare, chi detiene il potere economico e finanziario a livello internazionale ha sancito a livello legislativo l’instaurazione di un nuovo regime in Italia e in tutti i paesi che hanno accettato e accetteranno il pareggio di bilancio nelle proprie costituzioni.
Purtroppo i regimi di questo tipo comportano sempre l’escalation del disagio della maggioranza dei cittadini con l’emersione di reazioni progressivamente più violente fino a quando, la storia ci insegna, la violenza diventa irreversibile.
Prima che accada tutto questo è necessario mettere in atto tutte le forme di lotta nonviolenta per liberare il paese da questo regime. Prima che sia troppo tardi.