Gli attacchi della Chiesa alla Legge 194 vanno ben al di là del legittimo diritto di esprimere le proprie posizioni e dare indicazioni ai propri fedeli. Costituiscono infatti l'ennesimo tentativo di affossare una legge risultata efficace nel ridurre gli aborti e si inquadrano in una più generale offensiva contro chiunque affermi il proprio diritto all'auto-determinazione e segua percorsi diversi da quelli ortodossi.
È un atteggiamento violento e arrogante, che pretende di imporre a tutti la propria morale e di condizionare in base a questa non solo leggi e calendari politici, ma anche scelte intime e personali.
E il mondo politico si inchina e si accoda, da Storace che vuole mandare nei consultori i volontari del Movimento per la vita, all'Udc che propone un'indagine sulla 194, alla patetica proposta del centrosinistra sui bonus alle donne in gravidanza.
Ci si scaglia tanto contro i regimi islamici tipo Iran e intanto in Italia si sta instaurando una teocrazia cattolica dove nessuno, neanche Bertinotti, osa più mettere in discussione il Concordato, una santa alleanza tra l'integralismo reazionario di papa Ratzinger e un regime di stampo fascista, basato sulle leggi speciali e il controllo dell'informazione.
Se la Chiesa, come afferma, è tanto preoccupata per le sorti della famiglia, perché non mette a disposizione di un fondo per sostenerla gli enormi introiti dell'8 per mille e non rinuncia all'esenzione dall'ICI?
In quanto a noi, donne, uomini, gay, lesbiche, trans, credenti e no, dobbiamo ribellarci all'arroganza della Chiesa e al servilismo di destra e sinistra e affermare il nostro diritto di scegliere le condizioni in cui vogliamo vivere.