È stata eseguita nella prigione californiana di San Quintino, la condanna a morte del detenuto di colore Stanley "Tookie" Williams. L'uomo, accusato di aver ucciso quattro persone a Los Angeles, era stato condannato alla pena capitale tramite iniezione letale nel 1981. Il caso di Williams aveva suscitato polemiche in tutto il mondo: nel 1971 aveva fondato la gang dei Crips a Los Angeles, ma dopo essere stato arrestato si era convertito alla non violenza e aveva scritto libri per bambini. Wiliams si era sempre dichiarato innocente.

La sua richiesta di grazia è stata respinta dal governatore della California Arnold Schwarzenegger.

La pena di morte in America era stata sospesa dalla corte suprema americana dal 1971 al 1977, dopo di che è stata lasciata alla discrezione dei singoli stati. 38 di essi l'hanno ripristinata. La pena capitale è particolarmente praticata nel sud del paese: dei mille giustiziati dal 1976, 819 sono stati messi a morte in stati appartenenti al blocco ex-schiavista. Inoltre di questi mille giustiziati, il 34% sono stati afroamericani, dei 3415 detenuti in attesa di morte nelle carceri americane, di cui 648 in California, 42% sono neri.

Tenendo conto che negli USA la popolazione nera si attesta attorno al 10%, risulta abbastanza chiaro che la pena capitale, oltre ad essere una pratica "zoologica", sia anche il retaggio di una mentalità discriminatoria e schiavista. Ma queste statistiche, ormai note a tutti, non impediscono ai fautori della pena di morte di teorizzarne la legittimità giuridica e l'efficacia come deterrente.

Eppure contro la violenza è stato sicuramente più efficace lo stesso condannato a morte Stanley "Tookie" Williams, che nel '97 si è scusato pubblicamente per aver contribuito a fondare i Crips e che ha elaborato nel 2004 una proposta di pace tra le bande in guerra, il Tookie Protocol for Peace, che ha sicuramente contribuito a ridurre il tasso di violenza nei ghetti di Los Angeles. Per questo, dal 2001, è stato ogni anno candidato al Nobel per la pace. Dopo 27 anni di prigionia, a distanza di 24 anni dalla sua condanna alla pena capitale e dopo la sua evoluzione in quanto essere umano, Stanley viene ugualmente ucciso.

Tutto questo mentre gli Stati Uniti pretendono di dare al mondo intero lezioni in quanto a diritti umani, attaccano altri paesi in quanto "presunti" produttori di armi di distruzione di massa, proclamano embarghi assassini in nome della pace e della democrazia.

L'esecuzione di Stanley Williams dimostra per l'ennesima volta la debolezza di un paese governato da persone ipocrite e deliranti, che non sanno più dove sta di casa la dignità umana. Una dignità che ha saputo dimostrare, nell'ultima parte della sua vita, l'ennesima vittima di questa carneficina legalizzata che è la pena di morte.

Carlo Olivieri
Segreteria programma del Partito Umanista
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