"Siamo in mano a degli irresponsabili e a degli ipocriti". Così commenta Marina Larena, segretario del Partito Umanista, l'approvazione al Senato di alcune norme del disegno di legge Fini sulle droghe, inserite nel maxiemendamento del governo per la sicurezza alle Olimpiadi invernali di Torino.


"Irresponsabili - continua - perché non si possono inserire gli articoli di una legge che riguarda un argomento così delicato all'interno di un decreto che riguarda un tema totalmente diverso come la sicurezza durante un evento sportivo. Ipocriti perché con la legge Fini sulle droghe gli unici ad uscirne indenni sono proprio i grandi criminali, i trafficanti di droga che, lungi dall'essere colpiti da queste nuove norme esclusivamente repressive, continuano ad usufruire della mancanza di controllo totale sul riciclaggio di denaro sporco proveniente proprio dal traffico di droga".

Se queste norme verranno confermate nel passaggio alla Camera, potranno essere applicate pene detentive che vanno dai 6 ai 20 anni non solo a chi importa o esporta, ma anche a chi riceve, acquista o detiene una sostanza stupefacente per uso non esclusivamente personale.

Chi detiene un quantitativo inferiore per uso personale, e le quantità-limite sono comunque ancora da definire, potrà essere sottoposto a sanzioni amministrative, come la sospensione non solo della patente di guida o del porto d'armi, ma anche e inspiegabilmente del passaporto e del permesso di soggiorno per motivi turistici; permesso di soggiorno che invece un cittadino extracomunitario, tanto per inserire anche un "pizzico" di discriminazione, avrà perso per sempre.

Inoltre la nuova legge prevede l'equiparazione tra il servizio pubblico e il servizio privato per quanto riguarda il potere di certificare la tossicodipendenza e, come se non bastasse, di stabilire la cura, compreso il lavoro coatto nelle loro strutture. Ciò vuol dire, tra l'altro, mano d'opera a costo zero. C'era da aspettarselo, d'altronde, da un governo che ha congelato i finanziamenti pubblici per i Servizi territoriali pubblici e nella finanziaria ha stanziato 4 milioni e 700 mila euro per i privati.

Sembra poi che uno dei temi più scottanti sia la mancata distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere. Vale la pena puntualizzare che dal punto di vista scientifico questa mancata distinzione è segno di un enorme ignoranza sull'argomento. Ma a parte questa puntualizzazione l'argomento non ha nulla di così scottante.

Molto più importante, per gli umanisti, è affermare che la cultura della "proibizione" è assolutamente inefficace. Bisogna cambiare strada.

La politica umanista non è pragmatica, ma si basa su valori ben precisi e non propaganda stupide proposte che hanno esclusivamente lo scopo di illuderci che la soluzione è a portata di mano. Il problema "droga", come quello di tutte le dipendenze, ha a che fare con il sistema attuale, disumano e violento, che diffonde con tutti i mezzi, quotidianamente, i valori più alienanti per lo spirito umano e cioè la violenza e l'imposizione del denaro come via per la felicità. Se la felicità si raggiunge attraverso l'accumulo di ricchezza e il possesso di oggetti, che fine fanno le persone? Anche queste sono trasformate in cose, in oggetti, in numeri. È evidente che le relazioni sociali progressivamente si disintegrano e questo porta ovviamente alla condizione di solitudine sperimentata dalla maggioranza delle persone.

L'individuo, sentendosi un oggetto, vedendo anche gli altri come oggetti, progetta la sua vita credendo che il senso della sua vita sia rilassarsi quando torna dal lavoro o da scuola. Ma la sofferenza incombe perché si vive in un sistema che esercita violenza arrivando fino alla parte più intima di noi stessi; un sistema in cui le persone contano sempre meno. In questo modo viene rimosso ogni valore a qualunque tema che sia in rapporto con il senso e il significato della vita.

Di fronte a problematiche così importanti una politica che progetta solo risposte repressive è esercitata da persone che girano la testa dall'altra parte, che preferiscono usare la terra non per appoggiarci i piedi, ma per infilarci la testa. È evidente che la lucidità mentale non è molto usata neanche in politica.

Non si può combattere un fenomeno come la droga senza lucidità. Quella stessa lucidità di cui ogni giorno migliaia di persone preferiscono fare a meno usando sostanze stupefacenti, illudendosi di allontanare in questo modo la sofferenza.

Per cui facciamola finita con proposte assolutamente inutili che provengono da una cultura improntata solo sulla "proibizione". È necessario che si affermi la cultura della "promozione". L'unica strada per debellare l'uso di sostanze stupefacenti è la promozione della lucidità mentale, del valore della solidarietà sociale, dell'importanza della partecipazione attiva, della critica di tutto ciò che sembra stabilito per sempre, della centralità dell'essere umano.

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