Prendiamo la questione dell'alta velocità. Mentre ascoltiamo le discutibili dichiarazioni di Prodi, Fassino e Rutelli, secondo i quali l'opera per la TAV in Val di Susa è irrinunciabile, nel programma dell'Unione si legge:
Altra priorità è l'integrazione con le grandi reti europee, attraverso specifici interventi idonei a:
- distinguere dove necessitino opere nuove oppure occorrano ristrutturazioni dell'esistente;
- valorizzare il coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni dei territori interessati dagli interventi di infrastrutturazione, in sede di valutazione della compatibilità ambientale delle opere e dell'impatto socio-economico sulle popolazioni;
- dare priorità alle direttrici già vicine alla saturazione dei traffici, come ad esempio quelle verso il Gottardo e il Brennero;
- avvantaggiare la ferrovia nella ripartizione modale;
- integrare le reti di trasporto europeo con gli aeroporti, in primo luogo con gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa;
- nei punti di incrocio delle reti di trasporto europee, realizzare interporti di rango europeo per l'integrazione modale della logistica. Dalla capacità di offrire servizi concorrenziali di magazzinaggio e prima trasformazione delle merci, deriveranno anche migliori condizioni per l'insediamento produttivo.
Ecco che quindi, rispetto allo specifico argomento, coloro che nell'Unione sono favorevoli alla TAV in Val di Susa leggono che l'opera si farà, mentre chi nell'Unione non è favorevole dice che nel programma la TAV non c'è. In questo modo nessuno resta scontento e si va avanti. Ebbene, questa non è opposizione. Una reale opposizione contrasta chi detiene il potere politico principalmente rispetto alla visione del futuro della società, sul piano dei valori che sono alla base delle azioni di un governo.
Nel caso della TAV in Val di Susa il centrosinistra si è fermato alla critica dei metodi di repressione della protesta popolare, non mettendo mai seriamente in discussione la decisione, fatta proprio dal precedente governo di centrosinistra, di fare questa opera faraonica - 13 miliardi che diventeranno realisticamente 40 per un'opera che sarà completata fra 15 anni - e nemmeno di farla proprio in quella zona.
Eppure di motivi validi ce ne sono molteplici. Le ragioni di carattere economico-ambientale che rendono tutto il progetto "TAV/TAC Torino-Lyon" assurdo, irrealizzabile e altamente dannoso per la popolazione, sono state al centro di un forte dibattito, innescato solo per merito di chi ha affrontato, con il coraggio della nonviolenza, le ruspe e i manganelli.
Inoltre, per gli umanisti, un altro motivo di uguale importanza riguarda la "Democrazia reale", cioè il rispetto dell'opinione di chi verrà coinvolto in tale opera: tutti i Sindaci, gli Amministratori e i Cittadini di un territorio molto vasto, che comprende la Valle di Susa e la cintura Nord-Ovest di Torino, si oppongono a tale mastodontica opera. Dov'è la democrazia se non li si ascolta?
Abbiamo parlato di valori e di visione del futuro. Ebbene: una vera opposizione mette in discussione, oltre le pretese negative di pochi riversate sull'ambiente di tutti e la riduzione al silenzio dei cittadini e dei lavoratori, anche l'insostenibilità dei ritmi di vita. Una vera opposizione porta avanti una battaglia che ha alla base una idea di sviluppo che abbia finalmente al centro l'essere umano.
Al contrario molti esponenti politici, sostenuti dagli opinion-maker di turno, si avventurano in dichiarazioni simil-futuriste, spesso mimetizzate con il termine "progresso". Una falsa modernità che ha già dimostrato tutto il suo fallimento nella misura in cui produce processi vitali in cui la priorità è andare sempre più veloci; processi vitali in cui, con il tipico affanno del manager o dell'aspirante tale, non c'è più tempo né per pensare né per scegliere.
Anche su altri temi, come il riconoscimento delle unioni di fatto e il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq, il centrosinistra si distingue per un linguaggio che ancora una volta dice e non dice, per progetti che, pur di accontentare tutti, non accontentano nessuno. Sulle unioni di fatto, il programma del centrosinistra recita così:
L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà.
Chi è ha favore dei Pacs vede in questa dichiarazione la possibilità che tali patti si faranno, mentre chi non è d'accordo dice che di Pacs non si parla. In ogni caso i fondamentalisti cattolici possono dirsi soddisfatti: non c'è equiparazione tra i matrimoni e le altre forme di convivenza, perché queste ultime, per poter usufruire di diritti non ben specificati, dovranno comunque essere "giudicate" sul tipo di relazione che c'è tra i due conviventi, i quali saranno costretti a mettere in piazza i loro sentimenti.
Sul ritiro delle truppe italiane dall'Iraq, sempre sul programma dell'Unione si legge:
Se vinceremo le elezioni, immediatamente proporremo al Parlamento italiano il conseguente rientro dei nostri soldati nei tempi tecnicamente necessari, definendone, anche in consultazione con le autorità irachene, al governo dopo le elezioni legislative del dicembre 2005, le modalità affinché le condizioni di sicurezza siano garantite. Il rientro andrà accompagnato da una forte iniziativa politica in modo da sostenere nel migliore dei modi la transizione democratica dell'Iraq, per contribuire ad indicare una via d'uscita che consenta all'Iraq di approdare ad una piena stabilità democratica, e a consegnare agli iracheni la piena sovranità sul loro Paese.
Le forze che all'interno dell'Unione sostengono che i soldati italiani debbano ritirarsi subito dal suolo iracheno potrebbero vedere, in questo stralcio di programma, la possibilità che le proprie richieste verranno accolte. Ma così non è. Di fronte ad una politica di esportazione della democrazia miseramente fallita, preoccuparsi che "le condizioni di sicurezza siano garantite" in un paese in cui si muore ancora mentre si gioca, si prega o si fa la spesa, è solo uno strumentale gioco di parole. Neanche il centrosinistra ritirerà subito le truppe dall'Iraq. Ormai è un dato di fatto.
Alla luce di tutto ciò, dire che altre forze di sinistra, come il Partito Umanista, rubano voti alla sinistra quando si presentano agli elettori al di fuori di questa logica bipolare è un inganno.
Al contrario, è proprio questa coalizione di centrosinistra che, presentandosi con un programma che contiene troppi elementi di conservatorismo e neoliberismo, sta rubando voti a una sinistra veramente alternativa alla logica, ai metodi e alle proposte della destra.