Durante la trasmissione di Vespa "Porta a Porta" del 9 marzo 2006, Alessandra Mussolini ha apostrofato la candidata di Rifondazione Vladimir Luxuria con le seguenti parole: "Si veste da donna e crede di poter dire ciò che vuole. Meglio fascista che frocio". Tali esternazioni, in realtà, non avrebbero bisogno di commento alcuno. Abbiamo sempre sostenuto che l'"imbiancatura" democratica della Mussolini era una farsa che nascondeva aspirazioni alquanto "nere". Molti hanno bevuto le innumerevoli menzogne da lei ammannite quando era al governo, dichiarazioni di amicizia ai gay, ecc.. Ai tempi avevamo cercato - senza successo - di dimostrare che si trattava di pura propaganda, che quando questa donna, dagli atteggiamenti geneticamente autoritari, era agli inizi della sua "brillante" carriera rilasciava dichiarazioni di tutt'altro tenore (una su tutte, risalente ai primi anni '90: "Con tutti gli omosessuali in giro non si trova più un vero maschio").

Ma il coming out (suo malgrado) della Mussolini non è che l'ultimo di una lunga serie di insulti omofobi e razzisti che l'intero centro-destra ha indirizzato in questi anni agli omosessuali: dai "peccatori" di Buttiglione, ai "culattoni" di Tremaglia e dei leghisti, agli "osceni" di Pisanu... fino all'ipocrita difesa della famiglia in stile pubblicità di biscotti da parte di Silvio Berlusconi, noto maschilista e pluri-divorziato.

Ma nemmeno questo ci sorprende. È proprio l'ipocrisia il vero volto del berlusconismo. Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio aveva già tentato di imbarcare il Nuovo Msi, Forza nuova e altri anti-semiti di vecchia data, alcuni dei quali inquisiti. Davanti alla candidatura della Mussolini, però, aveva voluto rassicurarci sulla sua "sicura fede democratica". Ieri sera, proprio dalla sede per lui più affidabile e rassicurante, gli è giunta (e ci è giunta) la più sonora smentita. Ci risulta, però, che l'apologia di fascismo sia ancora un reato per la nostra Costituzione e ci domandiamo pertanto cosa si attenda a procedere. Prima che derubrichino anche quella.

Gli umanisti sono consapevoli del tentativo berlusconiano di strumentalizzare a proprio vantaggio questioni etico-sociali meritevoli di ben altra riflessione, e da parte di ben altri personaggi. Tradito in ogni suo punto il famigerato "contratto con gli italiani", nel disperato intento di far dimenticare i disastri di una guerra inutile e dispendiosa, la disoccupazione galoppante, lo sfascio delle istituzioni, le leggi ad personam, l'aggressione sistematica alla magistratura e il massacro dello stato sociale Berlusconi - lui, il magnate dell'effimero e il custode del più crasso materialismo - si è gettato anima e corpo in un'improbabile crociata per l'integrità dei costumi. Ora, però, si è passato il segno.

Nell'esprimere la nostra solidarietà agli omosessuali così volgarmente offesi, il Partito Umanista manifesta anche la sua indignazione per la mancanza di ogni scrupolo morale dimostrata da questi piazzisti della politica.
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