Infatti non si dice che:
- Nonostante l'adesione al Tnp comportasse l'impegno a smantellare i propri arsenali e a non aumentare le proprie dotazioni, o ad accrescerne la potenza con nuove tecnologie, gli Stati Uniti hanno ammesso di possedere 10.500 bombe, la Russia 20.000, la Gran Bretagna 185, la Francia 450 e la Cina 400. Per non parlare di India e Pakistan, diventate potenze nucleari dopo l'entrata in vigore del Tnp, nel 1970 e di Israele, che tuttavia non ha mai ufficialmente ammesso di disporre di un arsenale nucleare. Questi paesi non hanno mai aderito al Tnp;
- Negli ultimi anni è ripartita la corsa al riarmo nucleare, da parte tra l'altro di Stati Uniti, Russia e Gran Bretagna;
- Stati Uniti e Francia affermano il diritto di usare le bombe nucleari per primi;
- La Nato si muove al di fuori degli accordi dell'NPT, violandoli apertamente. Le armi nucleari americane in Europa sono circa 480, dislocate in otto basi aeree di sei paesi Nato;
- Nonostante le riduzioni effettuate negli anni Novanta, rimangono in tutto il pianeta più di 30.000 testate nucleari, sufficienti a distruggerlo per intero 25 volte.
In confronto a questi dati spaventosi, il pericolo rappresentato da un programma militare iraniano, su cui tra l'altro non ci sono prove certe, appare davvero risibile. Siamo davanti alla consueta, ipocrita arroganza americana, a cui si accodano paesi europei come la Gran Bretagna, la Francia e la Germania, a cui sono affidate le trattative con l'Iran pur avendo violato clamorosamente il Tnp. Come per le armi di distruzione di massa (mai trovate in Iraq, ma utilizzate per giustificare la guerra), di cui gli Stati Uniti possiedono un nutrito arsenale, ci si muove in base a una logica per cui Stati Uniti, Israele e vari paesi europei possono tranquillamente ampliare i propri arsenali nucleari, ma l'Iran no.
L'unica soluzione, il disarmo
A questa logica perversa si può rispondere solo imboccando una direzione opposta, con l'obiettivo finale del disarmo nucleare globale e della totale eliminazione degli ordigni e degli arsenali nucleari. Invece di accodarsi alla politica americana, l'Europa dovrebbe promuovere i seguenti passi intermedi per arrivare all'obiettivo finale del disarmo:
- la riprese dei negoziati per la messa al bando delle armi e degli esperimenti nucleari;
- l'aggiornamento dell'NPT in modo che vengano messi al bando anche l'uranio arricchito e il plutonio riprocessato, due dei principali "carburanti" degli ordigni atomici;
- la pressione su paesi come India, Pakistan e Israele perché sottoscrivano il trattato;
- la creazione di una zona libera da armi nucleari in Medio Oriente, che vada ad aggiungersi alle numerose zone libere già esistenti (Sudamerica, Sud Pacifico, Sud-est asiatico, Africa, Asia Centrale, Antartico, Asia Centrale);
- la definizione di un piano di disarmo, con scadenze per lo smantellamento e programmi per le verifiche e i controlli, con l'obbligo per le potenze nucleari di rispettarlo e l'affidamento all'ONU della responsabilità di vigilare sul rispetto del trattato e sulla applicazione di eventuali sanzioni.