Siamo alle solite. Anche con la vicenda delle pensioni si ripropone lo stesso schema. Una sentenza della Corte Costituzionale annulla la legge Fornero, approvata ai tempi del governo Monti, che sanciva, in nome del cosiddetto "Salva Italia", il non adeguamento all'inflazione delle pensioni.
Dopo diversi anni, in cui i pensionati sono stati vittime di un vero e proprio scippo, la Corte sancisce la restituzione di ciò che era loro dovuto. L'attuale governo ha pensato bene di restituire solo il 12% di ciò che andava rimborsato, sia per le solite ragioni di bilancio, sia inventandosi una motivazione falsamente egualitaria per cui solo ai pensionati che percepiscono fino a 3200 euro lordi andrà rimborsato, non tutto, ma una minima percentuale di ciò che andrebbe rimborsato. Per il resto tutto viene rimandato al varo di una nuova legge che dovrebbe sostituire quella precedente che porta il nome di quella mente eccelsa di Fornero.

Al di là della vicenda specifica, non possiamo non notare come anche in questo caso si è ripetuto lo stesso schema che abbiamo visto applicato per altre questioni, come quella delle leggi elettorali.

Vediamolo questo schema, suddiviso per passi:
1. Si vara una legge elettorale che, in nome della governabilità, sancisce che chi vince le elezioni, al di là delle percentuali di voto effettivamente ottenute da partiti e coalizioni, ottiene, tramite premi di maggioranza e soglie di sbarramento, la maggioranza assoluta in Parlamento.
2. Forte di una maggioranza costruita in modo così artificioso, il governo di turno vara una serie di leggi che non possono essere adeguatamente messe in discussione perché l'opposizione in parlamento non ha i numeri sufficienti per proporre alternative.
3. Le leggi vengono varate, con tanto di firma del presidente della Repubblica, e guarda caso vengono tutte accolte da un forte dissenso da parte della società civile. Questo dissenso porta, in alcuni casi, ad iniziative che sfociano nel sottoporre al giudizio della Corte Costituzionale le leggi in questione.
4. Coerentemente col suo mandato, la Corte giudica incostituzionali quelle leggi, annullandole di fatto. Purtroppo questo evento avviene sempre dopo diversi anni dal varo di tali leggi, che nel frattempo hanno già fatto numerosi danni sin dal giorno della loro pubblicazione sulla gazzetta ufficiale.
5. Il governo di turno, che spesso è cambiato rispetto a quello che aveva prodotto le suddette leggi rivelatesi incostituzionali, si vede costretto a rimediare.

E qui arriviamo al giro di boa, nel senso che si ripropone lo stesso schema sin dal primo passo. Lo abbiamo già visto con le legge elettorale. Si vara una nuova legge elettorale, che però non cambia sostanzialmente nulla rispetto a quella precedente, anzi in alcuni aspetti è peggiore di quella precedente. Ma è "nuova", quindi va bene, viene approvata da un parlamento sempre dominato da una falsa maggioranza e controfirmata dal presidente della Repubblica. Se verrà sottoposta all'esame della Corte Costituzionale probabilmente sarà giudicata incostituzionale, ma nel frattempo ci saranno state altre elezioni regolate da quella legge, sarà costruita un'altra maggioranza non rappresentativa del voto espresso dai cittadini e che approverà nuove leggi che presenteranno caratteristiche incostituzionali ma che intanto avranno il loro effetto deleterio fino alla prossima sentenza di incostituzionalità.    

Ecco il circolo vizioso in cui la democrazia italiana  è stata ingabbiata da ormai molti anni.
Per le pensioni possiamo già prevedere il futuro. Questo governo proporrà una legge sostanzialmente uguale alla legge Fornero, se non peggiore; si faranno altri danni e poi verrà giudicata incostituzionale. E via con un altro giro.

Siccome non è plausibile che chi fa le leggi, insieme a chi le approva e le controfirma, non sia consapevole della probabile incostituzionalità di ciò che si sta varando, l'unica possibilità è che sia già tutto previsto. Per obbedire ai dettami del potere economico-finanziario si aggira la Costituzione con una serie di passaggi che la rendono in pratica carta straccia.  
La speranza ormai è nelle mani di chi non è coinvolto in questo circolo vizioso. Siamo molti a non essere coinvolti. Tocca a noi far sentire questa speranza.

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