di Olivier Turquet
Oggi è il Giorno della Memoria.
Personalmente non amo le ricorrenze con la loro retorica e i loro riti. La memoria è una cosa vitale per l’Essere Umano, lo è tutti i giorni. Il Comandante Marcos, scrivendo una lettera alle Madres de Plaza de Mayo ricordava un vecchio detto indigeno “chi è senza memoria è un uomo morto”. Senza memoria io non sarei in grado di scrivere questo articolo e tu non saresti in grado di leggerlo.
Ma, lo sappiamo, oggi parliamo di una particolare Memoria, quella che ricorda la liberazione di un campo di sterminio come simbolo della liberazione da quell’orrore che si rivelò all’Europa alla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Nelle mie attività coordino una piccola associazione editoriale che ha pubblicato tre libri sul tema della memoria e mi sono trovato, un paio di giorni fa, con Silvano Lippi a presentare il suo libro, “39 mesi” che racconta la sua storia con i campi di sterminio. Una cosa che colpisce del racconto di Silvano, che a me colpisce ogni volta che gliela sento dire, è quando dice che non gli è possibile dimenticare certi fatti, non può scordare gli occhi dei prigionieri appena gasati che doveva levare dalle camere per portarli nei forni. [...]
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