Una criptovaluta si aggira per l'Europa, anzi, per il mondo, in tutto l'intero pianeta.
Il 18 giugno 2019 il 'numero 1' di Facebook, Marck Zuckerberg, ha pubblicato un post sulla piattaforma social di cui è leader e padrone per dichiarare e spiegare ad utenti e al Mondo che cos'è Libra, ovvero, la nuova cosiddetta (impropriamente) criptovaluta prodotta da Facebook e da altre aziende transnazionali, tra cui MasterCard, Vodafone, Iliad, PayPal, Spotify etc.
Facebook, sostanzialmente 'batte moneta' e lo fa entrando a gamba tesa nella finanza globale chiamando la propria creatura stable coin (moneta stabile) e non criptovaluta così come prima ho scritto impropriamente, «dando una frecciata alla Bitcoin», per citare l'articolo scritto da Federico Rampini su 'Repubblica' del 19 giugno 2019 (**). Facebook conia una moneta e lo fa mettendo in piedi una struttura parallela utilizzando gli strumenti della politica non-governativa transnazionale: Libra è prima di tutto un'associazione no-profit (!) e non governativa con sede a Ginevra:
«L'Associazione Libra è un'organizzazione indipendente, senza scopo di lucro, con sede a Ginevra, in Svizzera [...] conduce un programma di sovvenzioni di impatto sociale che sostiene gli sforzi di inclusione finanziaria in tutto il mondo. L'associazione collabora con la comunità globale e con i responsabili delle politiche per aiutare ulteriormente la missione Libra. L'Associazione è composta da un gruppo di organizzazioni diverse provenienti da tutto il mondo. I membri fondatori dell'associazione sono operatori e nodi di validazione che formano la catena di rete [blokchain - ovvero un sistema di contabilità digitale composto da sistemi matematici decisamente complessi che si appoggiano su reti di server e pc n.d.r.] che è l'essenza di Libra. Una delle direttive dell'associazione sarà quella di lavorare con la comunità per ricercare e implementare la transizione verso una rete senza autorizzazioni».
Basandosi su un impianto giuridico-esistenziale economicamente, politicamente e socialmente vantaggioso, Libra sarà il nuovo strumento del capitale transnazionale per condizionare i mercati e, dunque, l'economia. L'unico giornale italiano che sta dando realmente risalto alla questione è ‘il Sole 24 Ore’ che le sta dedicando articoli, producendo analisi e proponendo riflessioni molto interessanti a riguardo.
Oltre alla no profit Libra vi è anche Libra Networks, con sede nello stesso palazzo dell'associazione - ça va sans dire - «società a responsabilità limitata, fondata il 2 maggio di quest'anno dalla holding irlandese Facebook Global Holdings II», come riporta il 'Sole 24 Ore' nell'articolo di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi, ed avrà lo scopo di «fornire servizi finanziari e tecnologici e di sviluppare software e hardware con particolare riferimento agli investimenti, al pagamento, alla finanza, alla gestione delle identità, alle analisi, big data e blockchain».
L'essenza della nuova moneta: Facebook il nuovo "Re Sole"
L'unico punto fermo, per ora, è che Libra partirà nel 2020. Per il resto c'è - semmai - l'incognita da parte dai coordinamenti bancari transnazionali che non si sa se vorranno o meno intervenire per regolare - o 'disciplinare' come ha scritto più correttamente il 'Sole 24 Ore' - la nuova moneta che conta circa due miliardi di utenti (2,4 miliardi di utenti regolari, secondo dati di Facebook). Una sorta di "stato virtuale" decisamente imponente e del tutto multi-nazionale, in quanto i fruitori di Facebook sono distribuiti su vari paesi del Mondo. L'ardire di essere 'padrone' di uno stato, sebbene virtuale, non sarebbe venuta in mente neanche al Re Sole o a Napoleone ma, a quanto pare, siamo di fronte a deliri di onnipotenza ben più grandi.
«Le autorità monetarie si stanno ponendo la questione se Facebook non debba avere riserve valutarie depositate presso le banche centrali con cui garantire la stabilità della Libra», a dirlo è stato Tobias Adrian, capo della divisione mercati al Fondo monetario internazionale. Se la moneta sarà stabile, come i fondatori affermano, dipenderà da quante valute avrà al suo interno.
Libra avrà l'asse portante della sua esistenza basata sulla privacy, sebbene i fondatori non specificano come e in che modo essa verrebbe tutelata. Non vi è alcun organismo terzo e indipendente che controlli Libra, o meglio, c'è ma è un organismo "esterno" nato dai creatori che hanno dato vita alla moneta.
Un po' come se in un partito politico Segretario Nazionale e Comitato di Garanzia sono rappresentati dalla stessa persona, o ancora, se Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio dei Ministri fossero la stessa cosa. C'è poi da dire, riguardo la privacy, che Facebook nel recente passato ha dimostrato di essere vulnerabile ad attacchi e oggetto di 'fughe di dati', come giornalisticamente viene scritto. Anche a tal proposito, sarebbe incauto affidare pagamenti ad un'azienda che ha dimostrato di non possedere "anticorpi" a riguardo.
La finanza ha fatto un passo avanti enorme rispetto a quanto avvenuto dalla crisi che ha visto imporsi i Governi tecnici in Italia e l'intervento della Troika in altri paesi: il capitalismo transnazionale avrà mano libera sulle transazioni e sui conti, così come allo stesso modo le persone, vivendo l'illusione dello 'scambio immediato' favoriranno una struttura non regolata da alcunché se non dallo smartphone e dal proprio account Facebook/WhatsApp etc. Le speculazioni finanziarie sarebbero sdoganate e avrebbero il 'via libera' di utenti-social che diventerebbero utenti-consumatori in uno schiocco di dita. Speculazione, beninteso, che i cittadini romani (ad esempio) conoscono benissimo (per chi volesse approfondire: http://webtv.camera.it/evento/9242 - «Né i piani di rientro del debito di Roma Capitale finora redatti, né il documento di accertamento definitivo del debito sembrano contenere una ricognizione analitica e una rappresentazione esaustiva della situazione finanziaria da risanare antecedente al 2008. Attualmente, per il 43% delle posizioni presenti nel sistema informatico del Comune, non è stato individuato direttamente il soggetto creditore». Commissario Straordinario per il Rientro del Debito del Comune di Roma, Silvia Scozzese).
Contributo di Marco Piccinelli