Questa Unione Europea è ormai al capolinea. Gli ultimi fatti dimostrano semplicemente una cosa: l'Europa non esiste più come la conoscevamo, esistono l'euro e la Germania. È quest'ultima che detta le condizioni sia alla BCE che all'eurogruppo.
Se fino a prima era ancora credibile l'idea che il Parlamento europeo contasse qualcosa, oggi è evidente che non è così. Decide tutto un "eurocrazia" non eletta da nessuno.
Esistono solo le guerre finanziare, dove perdono sempre i più deboli.
Così, per esempio, si decide che da una parte si tagliano i debiti all'Austria per evitare il referendum contro l'euro che nasce dal basso in questo paese; mentre dall'altra parte si chiede alla Grecia di consegnare le chiavi di casa agli stranieri.
Perché tale è la richiesta tedesca: 50 miliardi di beni pubblici (chiavi in mano) solo per poter far partire una trattativa. Nello specifico siamo più di fronte ad una chiesta di resa in chiave bellica: condizioni imposte a un “nemico” sconfitto, che ha perso la guerra.
Si chiede la resa e la svendita dei beni del paese, oltre al fatto di poter pescare nei conti correnti dei cittadini (bail in). Si impongono condizioni durissime perché non ci si è arresi subito.
Tutto questo è molto stupido e crudele, oltre che immorale!
E l'Italia dov'è finita durante questa trattativa così importante anche per gli stessi italiani?
Nulla, il silenzio più profondo. Un primo ministro che ha poco o niente da dire. Un grande deserto, dove le posizioni degli altri politici italiani sono ridicole o ambigue, nel migliore dei casi.
Ricordiamoci che l'Italia è un paese fondatore della EU. Ha ancora un grande potere; siamo ancora una potenza industriale: la realtà è che noi possiamo rompere l'euro. La realtà è che questa è l'unica strada possibile e percorribile. L'uscita unilaterale dell'Italia permetterebbe, effettivamente, di riprenderci gli strumenti decisionali che ci sono stati sottratti. Permetterebbe un modello economico di sviluppo e di crescita, impossibile da realizzare dentro l'euro.
Qualcuno dice che un’altra Europa è possibile: certo in linea teorica tutto è possibile.
Ma è semplicemente grottesco pensare che le oligarchie finanziarie che hanno messo in piedi questi trattati, che regolano questioni commerciali e fiscali a vantaggio del sistema bancario stesso, adesso facciano marcia indietro per distribuire ricchezza ai cittadini europei. L'euro e l'austerità sono la stessa cosa. E sono immodificabili, perché la Germania ha sempre l'ultima parola.
Se Syriza ha reso un servizio ai cittadini europei è di fargli capire che l'euro non si cambia, lo si abbandona.
Invece, se l'Italia uscisse unilateralmente, potrebbe davvero avvenire che un’altra Europa sia possibile. Altrimenti sono solo favole.