Come Umanisti vogliamo vivere in un paese, in un continente, in un mondo che:
risponda pienamente alle necessità più elementari degli esseri umani, come la salute, l’educazione, la casa, il lavoro, cibo, acqua e aria di buona qualità e sia anche in grado di rispondere alle aspirazioni più profonde;
sia capace di sviluppare forme di convivenza non violenta, non discriminatoria, antirazzista, basate sull’accoglienza, la cooperazione e la reciprocità;
in cui nascere serbo, kroato, kossovaro o irlandese non sia un errore geografico fatale; in cui essere musulmano, ortodosso, ebreo o ateo non sia un elemento di discriminazione e pregiudizio civile;
dove gli uomini imparino non solo a tollerarsi, ma a sviluppare la capacità di concepire la diversità come indicatore di progresso.
Ma per realizzare tutto ciò c'è bisogno di rompere lo schema generale, dato per acquisito e mai davvero messo in discussione.
C'è bisogno di capovolgere antiche logiche e rimettere l'essere umano al centro.
Se s'intende l'Uomo, quello reale, fatto di bisogni, necessità, aspirazioni, sogni e soggettività, allora in ogni nazione si dovrebbe cominciare ad applicare come minimo la Dichiarazione dei Diritti Umani.
Impostazione della democrazia reale in termini di partecipazione e responsabilità politica e conseguente abrogazione delle leggi elettorali basate sull'esclusione delle minoranze.
Legge di responsabilità politica, che permetta la partecipazione di tutti i cittadini alla verifica delle azioni del politico eletto e preveda il "licenziamento" del politico inadempiente, assenteista, bugiardo, che non ha mantenuto le promesse fatte durante la campagna elettorale.
Revisione delle leggi elettorali, stabilendo parità di condizioni e di requisiti e garantendo la massima partecipazione alle competizioni elettorali (art.19*), l'accesso ai mezzi d'informazione e la rappresentanza dei diversi raggruppamenti o singole liste politiche secondo il sistema proporzionale.
Nessuna limitazione e discriminazione nella legalizzazione dei partiti, sempre che non attentino ai Diritti Umani.
Legge di sostegno alle associazioni e ai partiti politici, dotandoli di servizi e infrastrutture decentrate e in affitto (locali, case editrici, viaggi, materiali, telefoni, ecc., ma non denaro), prendendo come riferimento le attività effettivamente svolte nella base sociale.
Determinare la qualità della vita nelle nazioni, attraverso indicatori relativi all'applicazione dei Diritti Umani.
Diritto alla sicurezza sociale e piena realizzazione dei diritti economici (art. 22*) con l'introduzione del "reddito sociale di base"
Diritto al lavoro e libera scelta del lavoro (art. 23*), attraverso la creazione di Banche Municipali senza interessi per lo sviluppo delle attività produttive; la tassazione della speculazione finanziaria; l'introduzione della Legge di proprietà partecipata dei lavoratori
Diritto al riposo (art. 24*), con la progressiva riduzione delle ore di lavoro, affinché tutti possano lavorare, con pari dignità, diritti e opportunità
Diritto a un livello di vita adeguato (art. 25*): salute e educazione gratuite e di buona qualità per tutti, senza distinzione di nazionalità, religione, provenienza, età, sesso, garantendo nello stesso tempo una buona alimentazione e un ambiente a misura d'uomo.
Inquadramento del tema immigrazione-emigrazione attraverso il riconoscimento del "diritto di esistere" in qualunque luogo e conseguente abrogazione delle parti relative del trattato di Schengen
Applicazione ed estensione del "diritto d'asilo" ai perseguitati (art.14*), anche quando la persecuzione sia di origine economica e sociale e non soltanto politica
Chiusura immediata dei centri di detenzione (CIE)
Passaggio delle competenze relative all'immigrazione dal Ministero dell'Interno al nuovo Ministero dei Diritti Umani e della Cooperazione Internazionale.
Definizione delle questioni internazionali in termini di pace e cooperazione e conseguente denuncia di governi e partiti che hanno fomentato la guerra, proponendola come soluzione delle questioni politiche, etniche e sociali.
Uscita dalla NATO di tutti i paesi europei e immediato smantellamento di tutte le basi USA.
Avvio di una politica di disarmo progressivo, proporzionale e simultaneo in tutti i paesi europei.
Chiusura e riconversione dell'industria militare.
Destinazione dell'1% del PIL all'aiuto e alla cooperazione internazionale.
Cancellazione del debito estero dei paesi dell'America Latina, dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa dell'est.
*Articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo - adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948