In questa guerra è evidente la sproporzione militare in campo ed è necessario l'intervento dell'ONU per fermare l'invasione dell'esercito israeliano. Siamo contro la violenza e rifiutiamo soluzioni violente al conflitto ma questo non vuol dire "equidistanza" in una situazione di massacro perpetrato da una parte e subito dall'altra.
Prima l'assedio e il carcere a cielo aperto. Poi i bombardamenti. Infine l'invasione di terra. Manipolazione dell'informazione (l'hanno chiamata "autodifesa"). Siamo in un film dell'orrore. Più di mille morti, centinaia di bambini. Bombe sugli ospedali, sulle sedi dell'ONU, sulla Mezzaluna Rossa (la Croce Rossa) e sui giornalisti. Sperimentazione di nuove armi, utilizzo di quelle vietate dalle convenzioni internazionali. Nessun rispetto degli organismi internazionali e per le organizzazioni umanitarie. Sterminio di civili. Di donne e bambini. Nessuna pietà. L'Inferno peggio dell'Inferno. Uno stupefacente silenzio-assenso dei governi.
L’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano deve cessare immediatamente. E sosteniamo i pacifisti palestinesi, israeliani e di tutto il mondo nel loro sforzo per fermare qualsiasi gruppo armato. Siamo tutti responsabili dell’umanizzazione dei nostri popoli.
Respingiamo la violenza dello Stato di Israele e quella dei gruppi armati palestinesi. Solo una coscienza nonviolenta potrà fermare la violenza e se oggi questa coscienza è ridotta dobbiamo farla crescere.
Migliaia di giovani israeliani sono scesi in piazza a manifestare, chiedendo al loro governo di fermare l’invasione di Gaza. Molti sono finiti in prigione, come gli obiettori di coscienza, i soldati e i riservisti che si rifiutano di varcare il confine con il territorio palestinese. Giovani palestinesi protestano contro la violenza di Israele, ma chiedono anche che Hamas sospenda gli attacchi con i razzi o con qualsiasi altra arma.
Organizzazioni ebraiche e palestinesi lavorano insieme nella Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza risvegliando la coscienza dei popoli perché si metta fine alla follia della violenza.
Non è facile levare la propria voce per la pace, quando si scatena la violenza, non è facile sopportare l’aggressione contro il proprio popolo quando si subisce la paura e l’ira di un altro popolo. I pacifisti israeliani e palestinesi sono un esempio per tutto il mondo.
Ma i giornali non diffondono il loro punto di vista, i mass media non danno spazio ai loro sforzi. Riceviamo solo la propaganda e la contro-propaganda di chi guida una o l’altra fazione e pensa solo a giustificare le proprie azioni. E nonostante il silenzio complice dei media, la loro voce si unisce a quella di milioni in tutto il mondo che chiedono il ritiro delle truppe, lo smantellamento degli arsenali militari e di restituire i territori occupati!
E un coraggioso clamore di quel popolo che inizia a mettersi insieme per creare una breccia nell'oppressione della violenza. Una macchia di colore nell'umiliante nero di questa violenta disumanizzazione.
L’unico modo per trovare delle soluzioni vere a questa situazione è proprio dare voce a chi vuole risolvere il conflitto attraverso un cambio di atteggiamento nella direzione della nonviolenza. Questo è l’obiettivo che tutti gli umanisti del pianeta si stanno prefiggendo attraverso la Marcia Mondiale alla fine di quest’anno. Ci uniamo per costruire il futuro nonviolento che emerge già dalla profondità dell’essere umano.